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Medici di base addio, ecco cosa cambierà con la nuova riforma e come richiedere assistenza

I nuovi medici dovrebbero lavorare nelle nuove Case della comunità, e non più in studi privati: ecco cosa cambierà

Medici di base addio, ecco cosa cambierà con la nuova riforma e come richiedere assistenza
Medico di famiglia - Foto Pixabay.com

In lavorazione, tra il ministero della Salute e le Regioni, c’è una riforma dei medici di base che potrebbe portarli a diventare dipendenti del Ssn

L’assistenza sanitaria per le famiglie sarà imperniata in futuro sulle Case delle comunità e su altre strutture riservate alla sanità territoriale, mentre tramonterà la figura del medico di base con lo studio privato così come l’abbiamo conosciuta finora. E’ questo il succo delle nuova riforma che il ministero della Salute vuole attuare al fine di rivoluzionare l’attuale sistema sanitario e renderlo più sostenibile, anche alla luce della preoccupante carenza di medici di famiglia.

I numeri da raggiungere

Il testo della nuova riforma non è ancora stato definito nei dettagli, ma a grandi linee l’obiettivo dell’esecutivo sarà quello di cancellare del tutto la famiglia dei medici di base liberi professionisti. Attualmente le Case della comunità che sono operative sono davvero poche infatti se ne contano circa 400, mentre stando agli obiettivi del Pnrr entro la metà del 2026 il numero delle strutture dovrebbe superare le 1.400 unità.

Cosa prevede la nuova riforma

La vera sfida da vincere in ottica futura per garantire a tutti un’adeguata assistenza è quella di superare la carenza del personale medico che fa il paio anche con la cronica carenza di medici e infermieri in Italia. Con la nuova riforma si pensa di poter superare le attuali criticità rendendo l’intero sistema più sistemato e più funzionale. L’attuale sistema si basa sulla figura del medico di base con uno studio privato che stipula una convenzione col SSN per assistere un determinato numero di pazienti con costi a carico dello Stato. Il sistema prevede un numero massimo di pazienti non superiore a 1.500 anche se in determinati casi, in via del tutto straordinaria, alcuni medici arrivano a gestire fino a 1.800 pazienti.

Le altre modifiche

La nuova riforma prevede che chi già svolge l’attività di medico di base presso il proprio studio privato, possa continuare a farlo, ma in ogni caso sarà obbligato a dedicare un numero fisso di ore settimanal alla sanità territoriale. Il testo in approvazione prevede anche che la formazione specialistica diventi universitaria, e non più gestita dalle Regioni. Il piano prevede che le Case delle Comunità in Italia diventino 1.430 entro la metà del 2026.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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