I drink ghiacciati possono contenere delle insidie per la salute: ecco il motivo
Bere bevande ghiacciate è un vero e proprio “must” in Estate, quando le temperature si alzano e la sete si fa sentire. Quel gusto che rinfresca il palato è praticamente irrinunciabile per il sollievo che ci offre, ma anche per vivere dei bei momenti conviviali con gli amici. In questo periodo in cui la movida impazza, bere dei drink ghiacciati è irrinunciabile. Dal thè freddo, all’aranciata, dallo spritz al succo di frutta, mettere del ghiaccio è un rituale al quale pochi sanno rinunciare.
La non corretta conservazione del ghiaccio può causare danni all’organismo
In questi casi stiamo sempre molto bene attenti a ciò che beviamo, ma quasi mai facciamo caso al ghiaccio che introduciamo nel nostro organismo. Come ha avuto modo di spiegare in una intervista al Giornale, il ceo di Tutor Consulting, Bruno Ranellucci, la non corretta conservazione del ghiaccio “favorisce l’accumulo di numerosi batteri che, di fatto, condiscono il nostro drink”. Proprio la presenza di ghiaccio conservato male rientra tra le tante irregolarità presenti nei locali dove si somministrano cibi e bevande. Non sempre vengono rispettate le regole sull’Haccp, quell’insieme di procedure mirate a garantire la salubrità degli alimenti.
Il ghiaccio può essere contaminato da batteri e muffe
La prima insidia che può rendere pericoloso il ghiaccio per la nostra salute è rappresentata dai batteri e dalle muffe che spesso sono presenti ad alte quantità. Questi batteri che possono contaminare il ghiaccio sono presenti anche nel freezer di casa. Non esistono, al momento, normative emanate dall’Unione Europea che riguardano la produzione del ghiaccio, ma vi sono delle linee guida predisposte dall’Inga (Istituto nazionale per il ghiaccio alimentare) e avallate dal Ministero della Salute che contengono i principi guida per evitare la contaminazione biologica da batteri. CONTINUA A LEGGERE…
I batteri che possono contaminare il ghiaccio
Il ghiaccio può essere contaminato da molti batteri, quali Escherichia coli, Staphylococcus Aureus, Staphylococcis spp, Streptococcus spp, Clostridium spp, Pseudomanas aeruginosa, Enterococcus spp, Campylobacter listeria e salmonella. Questi batteri possono essere presenti nell’acqua che viene utilizzata per realizzare i cubetti di ghiaccio. Se non vengono rispettate le corrette prassi igieniche durante la produzione, lo stoccaggio e la manipolazione del ghiaccio, i rischi di contaminazione crescono e quel sapore di fresco può tramutarsi in un vero incubo.
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