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Ministero della Salute, il pasticcio dei dati Covid non verificati sulla piattaforma: ecco cosa sta emergendo

Grazie alla segnalazione di un privato cittadino è stato possibile scoprire il clamporoso disservizio e l'inattendibilità dei dati contenuti sulla piattaforma

Ministero della Salute, il pasticcio dei dati Covid non verificati sulla piattaforma: ecco cosa sta emergendo
Il ministro della Salute, Roberto Speranza (Foto Archivio)

Ecco l’assurda vicenda della piattaforma priva di controlli e di riscontri dove venivano inseriti i dati su contagiati e ricoveri

Con il termine dell’emergenza sanitaria in Italia il 31 marzo, molte cose sono cambiate e non solo relative al comportamento che ogni singola persona deve tenere sui mezzi di trasporti, all’aperto e nei luoghi chiusi. A partire da quella data, infatti, si è conclusa anche la collaborazione tra il Ministero della Sanità e la Protezione Civile che, fino ad allora, si era preoccupata della raccolta e dell’elaborazione quotidiana relativa all’andamento dell’infezione da Coronavirus in Italia. Proprio per questo motivo, a partire dall’8 aprile è stato creato un form attraverso la piattaforma online SurveyMonkey con il quale dovevano essere comunicati i dati sul numero dei contagiati, dei ricoverati, delle terapie intensive, dei tamponi effettuati e dei decessi. Da leggere anche Covid, secondo Sileri presto verranno tolte le mascherine al chiuso

Chi si è accorto del problema?

Questa nuova procedura è stata anche definita e resa pubblica con degli appositi documenti del Ministero. Nessuno, però, si era reso conto che questa nuova metodologia non era per nulla sicura dal momento che chiunque avrebbe potuto accedere al portale e inserire valori errati, addirittura inventati o, di contro, cancellare i dati immessi da qualcun altro prima di lui. La cosa ancora più sconcertante è che ad accorgersi del problema è stato un privato cittadino che subito ha condiviso su Twitter la sua scoperta.

Le cause del disservizio

Il motivo principale dell’errore commesso è stato la totale mancanza di sicurezza per accedere al portale: non esisteva nessuna password da digitare o altre codici di sicurezza. Per poter inserire o modificare i dati sul portale, infatti, era necessario inserire tre semplicissime informazioni: il nome e cognome dell’utente, un indirizzo mail e il numero di telefono del responsabile regionale per la rilevazione dei dati relativi alla pandemia. Questo significa che chiunque poteva accedere e, anche, molte persone si sono collegate più volte cambiando continuamente il loro profilo. Nessuno però , all’inizio, si è accorto di tutto ciò. CONTINUA A LEGGERE…

Il sito è stato chiuso

Immediatamente il sito è stato chiuso e, se si prova ad accedervi, compare una frase che indica che vi sono dei problemi tecnici. Attraverso apposite funzioni informatiche, comunque, tutti i dati inseriti sono stati salvati e conservati e da questo si è potuto verificare che in realtà il portale era già stato attivato il 2 marzo, quindi quasi un mese prima del termine dell’emergenza sanitaria. Questo significa che ci sarebbe stato tutto il tempo per controllare il suo funzionamento e verificare se potessero essere necessarie delle modifiche per renderlo più efficiente e sicuro, ma così non è stato.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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