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Morbo di Parkinson, in arrivo un test del sangue per poterlo diagnosticare

L'obiettivo è quello di proteggere quei neuroni preziosi per evitare che muoiano attraverso una diagnosi precoce

Morbo di Parkinson, in arrivo un test del sangue per poterlo diagnosticare
Foto Pixabay.com

Ecco come funzionerà il nuovo test che smaschererà il morbo di Parkinson pungendo solamente un dito

Grazie al prezioso lavoro di una equipe di ricercatori, adesso basterà un semplice esame del sangue che utilizza l’intelligenza artificiale per prevedere la malattia di Parkinson anni prima che si manifestino i primi sintomi. Basterà la semplice puntura del dito per ottenere una diagnosi precoci e trovare i trattamenti opportuni per rallentare la malattia. Secondo la Charity Parkinson’s UK si tratta di “un importante passo avanti” nella ricerca di un test non invasivo a misura di paziente.

I sintomi da non sottovalutare

Come hanno avuto modo di spiegare i ricercatori autori di questo prodigioso test, saranno necessari studi più ampi per dimostrarne l’accuratezza. Il morbo di Parkinson colpisce quasi 10 milioni di persone in tutto il mondo. A molti viene diagnosticato lo sviluppo di sintomi, come tremori, problemi di movimento e di memoria, causati dalla morte delle cellule nervose nella parte del cervello che controlla il movimento. Attualemente non è disponibile una cura realmente efficace né un trattamento per rallentare o arrestare la malattia, ma solo terapie per aiutare a gestire i sintomi.

Come è stata condotta la ricerca

I ricercatori, guidati da scienziati dell’University College di Londra e dell’University Medical Center di Goettingen, in Germania, hanno prelevato campioni di sangue da un gruppo di persone con Parkinson e da un altro senza, per identificare otto proteine principali che hanno maggiori probabilità di predire chi avrebbe sviluppato la malattia in futuro. Dall’analisi di 72 pazienti che poi hanno sviluppato il Parkinson è stato possibile individuare quegli otto marcatori proteici che sono variati nel corso di una indagine durata 10 anni. Utilizzando lo strumento di intelligenza artificiale, è stato possibile prevedere correttamente che 16 persone avrebbero sviluppato il Parkinson, fino a sette anni prima della comparsa dei sintomi.

Le speranze della medicina

Come hanno spiegato gli stessi scienziati, i marcatori sarebbero direttamente collegati all’infiammazione e alla degradazione delle proteine. Questi studi avranno un impatto fondamentale per lo sviluppo di nuovi trattamenti farmacologici per il morbo di Parkinson. L’obiettivo degli esperti non è quello di “chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati”, ma quello di realizzare trattamenti sperimentali “prima che i pazienti sviluppino i sintomi.” L’obiettivo è quello di proteggere quei neuroni preziosi per evitare che muoiano. Tra i sintomi che possono preludere al Parkinson vi sono tremori alle mani e alle braccia, movimenti lenti, come camminare a passi molto piccoli, rigidità e tensione nei muscoli che possono rendere difficile muoversi o esprimere le espressioni facciali

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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