Non ricordi i nomi e i volti delle persone: questa potrebbe essere la possibile causa

Ecco la ricerca che dimostra come il buon sonno migliora notevolmente le capacità mnemoniche

Insonnia: un disturbo che colpisce anche la memoria foto: Pixabay
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Ecco il nuovo studio che correla il buon sonno alla qualità della memoria

La qualità del sonno è fondamentale per affrontare bene le sfide quotidiane, oltre che per collegare al meglio le emozioni ai ricordi. Spesso, si tende a dimenticare piuttosto facilmente i nomi delle persone durante le prime fasi della conoscenza. Capita un po’ a tutti di non ricordare come si chiama quella persona incontrata poco tempo prima. Per risolvere il suddetto problema, il segreto risiederebbe nel dormirci sopra. Da leggere anche Il Parlamento dice “no" ai tamponi nelle parafarmacie

Associare rapidamente i nomi ai volti delle persone: un’interessante ricerca

Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Northwestern University, la riattivazione della memoria nel corso del sonno favorirebbe considerevolmente l’apprendimento rapido dei nomi delle persone. Collegare i nomi ai volti diventa più facile, se si dorme bene. Sulla base di un test effettuato su un campione di 24 partecipanti, di età compresa fra i 18 e i 31 anni, sono venute fuori curiosità davvero interessanti. Nello specifico, ai diretti interessati veniva chiesta la memorizzazione dei volti e dei nomi di 40 alunni che prendevano parte un corso di storia latino-americana e di altri 40 studenti che seguivano un corso di storia sul Giappone.

Cosa si è scoperto

Nel momento in cui un volto veniva mostrato di nuovo, i partecipanti dovevano dire il nome corrispettivo. In seguito, questi ultimi sono andati a dormire. Cosa è accaduto in seguito? I ricercatori hanno monitorato la qualità del loro sonno con accurate misurazioni dell’elettroencefalogramma (EEG). Lo scopo primario consisteva nell’intervenire sulla loro memoria nel corso del sonno. Come? Attraverso la riproduzione a bassa voce dei nomi degli alunni dei corsi. CONTINUA A LEGGERE…


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Conclusioni

I partecipanti che hanno goduto di un sonno ininterrotto, si sono dimostrati i migliori nei test successivi: al loro risveglio, infatti, grazie all’ausilio di questa tecnica, sono stati in grado di ricordare al meglio i nomi degli alunni dei corsi, associando i rispettivi visi. Chi invece non ha beneficiato di un sonno continuo, non ha dato risultati particolarmente rilevanti nei test. Le interruzioni e i disturbi sulla qualità del sonno sono stati causa di vari errori. Si tratta di una scoperta interessante sul sonno, visto che mette in evidenza come dormire bene favorisce le capacità mnemoniche. Di converso, interruzioni continuative non fanno altro che peggiorare le abilità della memoria.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.