
Obesità, saltare la colazione può favorire il sorgere della patologia in età adolescenziale
Un articolo pubblicato su Scientific Reports ha illustrato i risultati di una ricerca condotta dalla Medical School dell’Università di San Paolo (FM-USP) in Brasile mirata a valutare i comportamenti che inducono l’incremento di peso negli adolescenti. Dall’obesità infantile possono originarsi alcune malattie serie come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
Saltare la colazione favorisce l’accumulo di grasso
Si è scoperto che saltare la colazione, come capita spesso tra gli adolescenti, può favorire l’incremento della massa corporea in questa fascia di età. Questa cattiva abitudine infatti sarebbe una dei responsabili dell’obesità in età ancora verde. “Si è scoperto che saltare la colazione è associato a marcatori di adiposità negli adolescenti, indipendentemente da dove vivono e da quanto dormono o se sono maschi o femmine”.
La teoria di un epidemiologo
Questa è la teoria espressa dall’epidemiologo Elsie Costa de Oliveira Forkert, un membro della Gioventù / Bambino Gruppo di ricerca sul rischio cardiovascolare e ambientale (YCARE) nel dipartimento di medicina preventiva di FM-USP.
Saltare la colazione a casa induce gli adolescenti a mangiare cibi ipercalorici
“Saltando la colazione, milioni di bambini e adolescenti in tutto il mondo stanno probabilmente sostituendo un pasto fatto in casa più salutare, tra cui prodotti lattiero-caseari, cereali integrali e frutta con dei prodotti di fast food mangiati nelle mense della scuola o per strada“, ha dichiarato Forkert. Questo comportamento induce molti bambini a fare incetta di cibi ipercalorici industrializzati a basso valore nutrizionale, che sono i veri responsabili dell’obesità.
Come è stato condotto lo studio
Gli scienziati hanno valutato l’associazione tra comportamenti correlati al bilancio energetico nell’adolescenza e marcatori di adiposità totale e addominale. Lo studio ha coinvolto 3.528 adolescenti in 10 città principali. I soggetti avevano un’età compresa tra 12,5 e 17,5 anni e sono stati stratificati per età, sesso, regione e stato socioeconomico. I maschi e le femmine componevano circa la metà della popolazione in studio ciascuno (47,7 per cento e 52,3 per cento, rispettivamente).
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