Omicron 5, cos’è la positività ritardata?
Si è parlato a più riprese, nelle scorse settimane, della cosiddetta positività ritardata, che sembrerebbe una peculiarità di Omicron 5 per cui il tampone risulta negativo anche in presenza di sintomi (salvo poi risultare positivo se effettuato nuovamente nei giorni successivi). Anche se i casi di Coronavirus sono finalmente in calo, è sempre bene non abbassare troppo la guardia: sapere quale tampone usare e quando effettuarlo può essere molto utile per evitare di diffondere il virus.
Quali sono i tamponi più affidabili
Le varie tipologie di tampone hanno sensibilità diverse: i più efficaci, come riporta Repubblica.it, restano i molecolari, che però richiedono un laboratorio. I rapidi, invece, hanno un margine di errore del 30-40%, anche se fatti bene. Va meglio con quelli di terza generazione, solitamente usati nelle farmacie. Negli ultimi mesi sono poi aumentati in dismisura i test fai da te: tante persone, però, anche se risultano positive poi non segnalano la positività, perché magari non vogliono stare dei giorni in isolamento.
Spesso si sbaglia ad effettuare il tampone (o lo si effettua troppo presto)
Il tampone negativo anche in presenza di sintomi, secondo alcuni esperti, si verifica perché in molti sbagliano a fare il tampone a casa: magari perché non fanno il prelievo abbastanza in profondità nel naso. Altri si testano subito dopo un contatto stretto con un positivo, ma è troppo presto. Prima che l’infezione sia rilevabile dal test, infatti, deve passare un po’ di tempo dal contagio: almeno un giorno, secondo gli esperti.
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Come si cura Omicron 5
Quello dei casi “sommersi” è un problema non da poco: secondo le stime sarebbero tanti quanti quelli ufficiali, ovvero circa 1,4 milioni. Metà dei quali asintomatici, mentre gli altri sono persone che hanno fatto il test solo a casa. In entrambi i casi si contribuisce alla circolazione del Covid-19. La stragrande maggioranza di chi prende Omicron 5, per fortuna, ha sintomi molto leggeri: per questi soggetti è considerato un antipiretico se la temperatura sale oltre i 38 gradi (paracetamolo). Per i dolori viene prescritto un anti infiammatorio, cioè l’ibuprofene. Per gli anziani e i soggetti fragili ci sono gli antivirali, che però devono essere somministrati molto rapidamente (al massimo entro 5 giorni dal tampone positivo).
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.