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Osteoporosi: i ricercatori trovano un altro possibile fattore di rischio

Osteoporosi: i ricercatori trovano un altro possibile fattore di rischio. Nuovo studio dell'Istituto per la salute globale di Barcellona

Osteoporosi: i ricercatori trovano un altro possibile fattore di rischio
Osteoporosi, scoperta un'altra possibile causa (Foto: Pixabay)

Osteoporosi: i ricercatori trovano un altro possibile fattore di rischio

L’osteoporosi colpisce milioni di persone in tutto il mondo e non è possibile modificare alcuni dei principali fattori di rischio, come l’invecchiamento. Tuttavia, sempre più fattori di rischio ambientale stanno venendo alla luce e l’inquinamento atmosferico sembra essere uno di questi, come riporta medicalnewstoday.

Il nuovo studio

Una nuova ricerca indica un legame tra la salute delle ossa e la qualità dell’aria e di conseguenza dell’ ambiente. L’osteoporosi è una condizione caratterizzata da una ridotta densità ossea, che le rende molto fragili. Questa condizione tende a colpire le persone anziane, in particolare di sesso femminile, ma alcuni fattori ambientali – come la mancanza di vitamina D – possono anche contribuire al suo sviluppo. Un nuovo studio condotto dall’Istituto per la salute globale di Barcellona – i cui risultati compaiono in JAMA Network Open – ora suggerisce che una scarsa qualità dell’aria è associata a una bassa densità ossea tra le popolazioni che invecchiano.

L’inquinamento atmosferico è rilevante per la salute delle ossa

Otavio Ranzani è il primo autore dello studio, che spiega: Questo studio contribuisce a colmare un vuoto della ricerca su inquinamento e salute delle ossa. L’inalazione delle particelle inquinanti potrebbe portare alla perdita di massa ossea attraverso lo stress ossidativo e l’infiammazione causati dallo smog, come riporta Repubblica.it. Ranzani ipotizza quindi che il legame tra scarsa qualità dell’aria e cattiva salute delle ossa potrebbe essere dovuto allo stress ossidativo e all’infiammazione causati dall’inquinamento atmosferico. Nel loro studio, i ricercatori hanno analizzato i dati relativi alla salute delle ossa e alle condizioni di vita di 3.717 partecipanti, tra cui 1.711 donne, di 28 villaggi nelle vicinanze della città di Hyderabad in India. Sono state utilizzate le stime dell’esposizione esterna all’inquinamento atmosferico, facendo riferimento alla presenza di carbonio e particolato fine nell’aria. Queste sono minuscole particelle che provengono, ad esempio, dagli scarichi delle auto. Queste particelle rimangono sospese a lungo nell’aria e si infiltrano nel corpo umano attraverso i polmoni.

Misurazioni della densità ossea

Il team ha continuato a vedere se fosse in grado di stabilire un legame tra qualità dell’aria e salute delle ossa, esaminando in particolare le misurazioni della densità ossea nella colonna lombare e nell’osso sinistro dei partecipanti. Hanno scoperto che le persone che hanno spesso sperimentato l’inquinamento dell’aria, soprattutto a causa di particelle sottili, sembravano avere livelli di massa ossea più bassi.

Il ruolo del particolato fine

I ricercatori hanno anche osservato che l’esposizione dei partecipanti al particolato fine nell’aria era di 32,8 microgrammi per metro cubo ogni anno, che supera di gran lunga i limiti raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) di 10 microgrammi per metro cubo. Ben il 58% dei partecipanti ha riferito di utilizzare combustibile a biomassa per cucinare, ma i ricercatori non hanno trovato alcun legame tra questa pratica e la cattiva salute delle ossa.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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