Parkinson, ecco i segnali che consentono di “prevedere” la malattia
Quando una grave malattia viene diagnosticata nelle sue fasi iniziali, si ha quasi sempre la possibilità di limitarne i danni. Nel caso del Parkinson, individuarne i sintomi iniziali, significa aggredire meglio la patologia, anche se non esiste ancora una cura definitiva. Come riportato da Il Giornale, l’ultima frontiera è data da esami specifici eseguiti alla retina degli occhi che sono in grado di anticipare di alcuni anni, l’eventuale predisposizione a questa malattia. Tuttavia, esistono anche altri campanelli d’allarme, segnali più tangibili. Scopriamo quali sono.
Bradicinesia e camptocormia
Chi è affetto dal Morbo di Parkinson, di solito avverte un tremore quando si è a riposo. Un altro segnale che potrebbe annunciare l’arrivo della malattia è la bradicinesia. Stando a quanto riportato dagli esperti di Humanitas, si tratta di un “rallentamento dei movimenti volontari, ad esempio camminare, che diventano difficilmente controllabili“. A questo disturbo si associa anche un’andatura sempre più curva e piegata in avanti, chiamata camptocormia, conosciuta anche come sindrome della colonna vertebrale piegata.
I sintomi legati al sonno e alla grafìa e quelli del gusto, olfatto, stipsi e freezing
Alcuni segnali possono predire la malattia con un netto anticipo rispetto a quanto descritto finora. Un altro campanello d’allarme riguarda la propria calligrafia, in particolare se c’è una riduzione dei caratteri di scrittura. Alcuni sintomi sono legati al sonno notturno: la maggior parte dei pazienti che soffrirà di Parkinson soffre del disturbo della fase Ren notturna che interessa gli uomini tra 40 e 70 anni che sognano aggressioni nei loro confronti e si difendono sferrando calci e pugni. Durante le ore di sonno notturno può comparire anche la sindrome delle gambe senza riposo con movimenti difficilmente controllabili che si presentano anche 4.5 anni prima.
Due sintomi che sono stati d’attualità durante la pandemia Covid-19, sono legati al gusto e all’olfatto. Nel primo caso si tratta di alcuni disturbi che possono comparire nel 50% dei casi anche 4 anni prima, mentre, nel secondo caso si possono avere delle problematiche nel 29% dei casi a causa di una produzione eccessiva di saliva chiamata scialorrea parkinsoniana. Nel 50% dei casi, un futuro ammalato presenta problemi di stipsi. Infine, uno dei segnali principali è il freezing. Esso si manifesta con la sensazione delle persone di avere i piedi incollati al suolo. “Se provi congelamento, potresti improvvisamente non essere in grado di andare avanti per diversi secondi o minuti“, spiegano gli esperti. Purtroppo, le cause di questa problematica non sono ancora note e può peggiorare nei pazienti ansiosi e stressati. “Il congelamento può verificarsi anche se non si riceve il farmaco in tempo, si dimentica una dose o si soffre di grave stitichezza“.
I segnali dal sangue
E’ notizia delle ultime ore la messa a punto di un esame del sangue in grado di rilevare la malattia di Parkinson e diagnosticarla prima che il danno al sistema nervoso si aggravi: lo studio è della Duke Healt ed è stato appena pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. “Attualmente la malattia di Parkinson viene diagnosticata in gran parte sulla base dei sintomi clinici, dopo che si è già verificato un danno neurologico significativo“, ha dichiarato Laurie Sanders, docente nei dipartimenti di Neurologia e Patologia della Duke School of Medicine, membro del Duke Center for Neurodegeneration and Neurotherapeutics e autrice dello studio. “Un semplice esame del sangue ci permetterebbe di diagnosticare prima la malattia e di iniziare prima le terapie. Inoltre, una diagnosi chiara identificherebbe con precisione i pazienti che potrebbero partecipare a studi farmacologici, portando allo sviluppo di trattamenti migliori e potenzialmente anche di cure“, ha sottolineato Sanders. Nel caso specifico, si è visto che il Dna dei mitocondri possono subire dei danni che suonano come campanelli d’allarme per le forme più aggressive del Parkinson.
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