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Parkinson, ultrasuoni nel cervello alleviano i tremori: la ricerca italiana

Parkinson, nuova ricerca presentata a Chicago: fermare i tremori con ultrasuoni nel cervello, ecco come

Parkinson, ultrasuoni nel cervello alleviano i tremori: la ricerca italiana
Parkinson, la nuova scoperta: ultrasuoni nel cervello per rallentare tremori - Foto Ansa

Parkinson, ultrasuoni nel cervello alleviano i tremori: la ricerca italiana

Combattere il Parkinson tenendone a bada i sintomi? Ora è possibile: una ricerca italiana, come si legge su Ok-salute.it, ha dimostrato che sparare onde ultrasuoni nel cervello rallenta uno de sintomi più importanti della malattia, ovvero i tremori. 

Parkinson, come funziona il trattamento

Di cosa si tratta? Stiamo parlando, innanzitutto, di una procedura mini invasiva: un dispositivo fa partire gli ultrazioni che colpiscono il cervello. Le onde ad alta intensità, guidate da una risonanza magnetica, arrivano nel cervello e lì riscaldano e distruggono il talamo, riducendo i tumori fin da subito. L’efficacia è a lungo termine.

Cos’è il talamo?

Il talamo, lo ricordiamo, è una zona del cervello situata sotto la corteggia: il suo ruolo, fondamentale è complesso, è quello di unire alle informazioni motorie anche l’aspetto emotivo. Il talamo, inoltre, apprende, selezione e controlla le informazioni in ingresso in relazione a ogni esperienza acquisita.

I vantaggi del nuovo trattamento

Lo studio è stato presentato al convegno annuale della Radiological Society of North America, società radiologica nord americana, a Chicago: la procedura, come confermano gli autori, è senza rischi ed efficace nel ridurre i tremori e di conseguenza migliorare la qualità della vita dei pazienti. Queste le parole di Federico Bruno, radiologo del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze Cliniche applicate all’Università dell’Aquila: “Essendo minimamente invasiva, riduce il rischio di complicazioni come emorragie e infezioni. Un altro vantaggio è che è immediatamente efficace. In più richiede un’ospedalizzazione breve ed è ben tollerato anche dalle persone più fragili”.

I dati della ricerca

Una quarantina i pazienti con tremori (sia malati di Parkinson che con tremore essenziale, ovvero disordine cronico del movimento che provoca tremore soprattutto a testa e braccia, ma non ha conseguenze gravi per la salute), che non avevano risposto alle terapie tradizionali, sottoposti all’indagine. Età media 64,5 anni. I ricercatori hanno valutato la gravità dei tremori e la qualità della loro vita prima e dopo averli sottoposti al trattamento. Su 39 pazienti, 37 hanno mostrato un’immediata riduzione del tremore, che risultava inferiore anche anche a distanza di tempo. Sette pazienti sono stati interessati da alcuni effetti indesiderati, comunque temporanei. 

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Nunzio Corrasco

Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.

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