L’umidità, fastidiosa in estate ma anche in inverno
L’umidità è fastidiosa in estate perché rilascia quella sensazione di “appiccicaticcio” sulla pelle che non è certo cosa gradevole, ma potrebbe incidere anche durante i mesi freddi, sebbene in altra forma. Se c’è umidità nell’aria in elevata percentuale, durante i mesi più caldi si percepisce una temperatura maggiore rispetto a quella effettiva, mentre in inverno si avverte maggiormente il freddo. Ciò significa che, ad esempio, 35° in estate potrebbero sembrare 40°C, mentre 4°C a gennaio potrebbero generare le medesime sensazioni che si avvertirebbero con -2°C. Leggi anche Lo stress può far diventare grigi i capelli, ma secondo i ricercatori è un processo reversibile
Cos’è l’umidità e perché cambia la nostra percezione
L’elevata umidità risulta dunque fastidiosa in quanto fa percepire una temperatura diversa da quella reale, penalizzando le sensazioni del corpo umano. Quando si dice che 5°C in Danimarca “sono diversi” dagli stesso in Italia, la motivazione è proprio quella appena espressa. Lo stesso vale per temperature maggiori: 30°C ad Amburgo si sopportano meglio che a Roma o a Lecce. Si definisce umidità il vapore acqueo che è presente nell’aria. Quando fa caldo il corpo umano emette sudore per cercare di raffreddarsi e termoregolarsi. Le micro particelle liquide che fuoriescono dai pori della pelle dovrebbero disperdersi nell’aria, la quale, però, essendo pregna di umidità, risulta essere non in grado di smaltire la secrezione del corpo umano. Il sudore rimane depositato sull’epidermide facendo un “effetto serra” e rendendo difficile l’ulteriore espulsione di sudore aggiuntivo. Leggi anche Vi svegliate spesso in piena notte? Ecco perché e cosa succede al vostro corpo
Come l’umidità influisce sulla termoregolazione
In questo modo la termoregolazione è più complicata in quanto il calore in eccesso rimane all’interno del corpo senza possibilità di fuoriuscire. Il sudore, una volta passato dall’interno allo esterno, dovrebbe evaporare nell’aria grazie al caldo presente in ambiente rilasciando una sensazione di “freschezza”, ma se l’aria è ricca di umidità in elevata percentuale non vi è alcuna possibilità che tale processo possa avvenire: il sudore non evapora e quindi la pelle non può rinfrescarsi. Leggi anche Il Sole è pericoloso dopo il vaccino? Ecco il parere degli esperti
L’umidità può rendere difficoltosa la respirazione
In sintesi, l’umidità influisce sul normale processo di scambio termico tra il corpo umano e l’ambiente esterno. Quando è eccessiva limita la funzione traspirante della pelle (anche in inverno). L’umidità rende più difficoltosa l’attività respiratoria e questo è confermato dai molti problemi che alcune persone anziane o con problemi di asma possono avere durante l’estate.
Perché l’umidità complica l’attività respiratoria
Le particelle di umidità portano via spazio a quelle di ossigeno che compongono le molecole dell’aria e quindi la disponibilità di quest’ultimo elemento, fondamentale per respirare, risulta ridotta. L’effetto è lo stesso per il quale si avvertono situazioni sgradevoli se si sta chiusi in una stanza per un giorno intero senza aprire le finestre: manca l’ossigeno per poter respirare.
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