Peste suina africana, il virus arriva in Italia
Solo poche settimane fa, tra Lombardia e Veneto, sono stati abbattuti 13 milioni di polli, tacchini e volatili a causa dell’influenza aviaria. Questa volta, invece, a preoccupare e la peste suina africana: le autorità veterinarie, infatti, hanno individuato un focolaio. Il primo virus, come riporta Ilfattoalimentare.it, è stato trovato a Ovada, in provincia di Alessandria, in Piemonte, nella carcassa di un cinghiale morto.
Si attendono le analisi su due cadaveri di cinghiale
Altri due cadaveri di cinghiali sono stati trovati poco dopo a Franconalto, nell’alessandrino, e a Isola del Cantone, in provincia di Genova: il sospetto è che si tratti della stessa malattia. I tecnici dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta sono stati incaricati di fare le dovute analisi. La peste suina, come fa sapere l’Istituto Zooprofilattico di Torino, non è trasmissibile all’uomo ma si tratta di una delle più gravi malattie che può colpire la zootecnia.
Cos’è la peste suina africana
La peste suina è un virus estremamente contagioso e letale nel 90% dei casi: c’è tanta preoccupazione per gli allevamenti che, senza le dovute precauzioni, sono considerati a grave rischio. Questa malattia, tipicamente emorragica, è causata da un virus appartenente al genere Asfivirus e colpisce solo i suini domestici e selvatici, causando un’elevata mortalità. Questo virus è molto stabile e rimane infettante per diverse settimane anche nelle carcasse abbandonate.
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Zona rossa in Piemonte
Proprio a causa di questi fattori la Regione Piemonte ha istituito una sorta di zona rossa in 54 comuni identificati a rischio, mentre altri 24 sono stati segnalati in Liguria. Nelle prossime ore dovrebbe anche essere emanata un’apposita ordinanza ministeriale. Saranno necessari sopralluoghi per recuperare le carcasse di animali morti da analizzare per verificare se siano o meno positivi alla peste suina. Bisognerà poi alzare la vigilanza sugli allevamenti per isolare eventuali animali contagiati. Se il focolaio non viene arginato possono sorgere problemi per il commercio di carni suine italiane, anche per quanto riguarda l’esportazione.
Come si è diffuso il virus
Il virus ha iniziato a colpire nel 2007 in Georgia, per poi propagarsi nell’ex blocco sovietico e arrivare anche nei Paesi dell’Unione Europea. Di recente l’infezione è stata individuata anche in Cina e si è diffusa in molti Paesi asiatici. Per questa malattia non esiste vaccino né cura: si può solo provare a contenerla.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.