L’ex sottosegretario alla Salute ha raccontato al Corriere della Sera tutte le vessazioni subite durante la gestione della pandemia svelando particolari inquietanti
Aveva promesso che sarebbe tornato a fare il medico lasciando la politica e così è andata. L’ex sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, prima di mettere una pietra sopra alla recente esperienza politica, si è voluto togliere qualche sassolino dalle scarpe raccontando alcune situazioni inquietanti che si verificarono durante la gestione della pandemia. Tra accuse inventante, denunce, microspie nel proprio ufficio e antipatie tra tecnici e politici, Sileri ha raccontato al Corriere le vessazioni subite durante la gestione della crisi pandemica raccontanto alcuni inquietanti retroscena.
Le gravi accuse lanciate da Sileri
Sileri ha raccontato di come il ministero della Salute abbia cercato di fare terra bruciata attorno a lui non mettendolo in condizione di poter accedere ad informazioni importanti. “Alcuni direttori generali e vice capi di gabinetto”, secondo Sileri, avrebbero “sostenuto che non erano autorizzati a condividere informazioni con me o con il capo del mio ufficio, dottor Francesco Friolo». L’ex sottosegretario eletto col M5S ha denunciato nell’intervista il comportamento poco professionale di colleghi e funzionari. Spesso le sue recriminazioni e i suoi punti di vista non venivano messi a verbale come quando si lamentò che “non si era ancora provveduto agli acquisti dei ventilatori e di ogni dispositivo utile alla gestione della pandemia». Sileri avrebbe ricevuto anche minacce da parte del Capo di Gabinettto del Ministero della Salute, Zaccardi, che avrebbe parlato di presunti documenti che avrebbe tirato fuori dal cassetto contro di lui se non avesse abbassato i toni.
Le intrusioni nel suo ufficio
Sileri ha anche parlato di “alcune lettere anonime, tra le quali alcune davvero preoccupanti, riguardanti il presunto ruolo di alcuni collaboratori del ministro Speranza in un servizio televisivo. Peraltro, come ho denunciato alla Procura di Roma, un collaboratore della segreteria del Ministro, Antonio Travaglino, il 7 giugno 2020 – di domenica – si introduceva nel mio ufficio, dove, forse, non immaginava di trovarmi”. Sileri ha anche raccontato di essere stato escluso da una riunione importante che riguardava la campagna vaccinale senza alcun motivo. “Vengo a sapere che c’è una riunione quasi ogni giorno di cui nessuno dei miei sa qualcosa né ha mai ricevuto convocazione o qualunque forma di notizia». Il Sottosegretario non sarebbe stato informato nemmeno del ritiro di un lotto di AstraZeneca, subito dopo l’avvio della campagna vaccinale e di averlo appreso solo dai giornali. CONTINUA A LEGGERE…
L’attacco di Sileri al presidente dello Spallanzani
Un rapporto tormentato con i vertici del Ministero della Salute documentato da chat che sono state acquisite dai Pm di Bergamo nella maxi inchiesta sulla gestione della pandemia. Sileri ha anche stigmatizzato l’atteggiamento del presidente dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, nel momento in cui lo stesso sottosegretario lo aveva informato sul pericolo che incombeva sull’Italia dopo la sua visita a Wuhan. Ippolito avrebbe reagito “con coloriti gesti scaramantici”, sottovalutando la gravità della situazione.
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