
Cos’è la polmonite
Il dottor Michele Ciccarelli, Responsabile di Pneumologia in Humanitas ha spiegato cos’è la polmonite, premettendo che non si tratta di un malanno stagionale, come il raffreddore o l’influenza, e che troppo spesso viene sottovalutata, causa la disinformazione. Invece, questa malattia costituisce una delle principali cause di morte in Italia, con più di undici mila decessi, un numero triplo rispetto alle morti provocate da incidenti stradali. Il medico definisce la polmonite come un’infezione respiratoria contraddistinta da un’infiammazione degli alveoli, piccole sacche d’aria che si trovano nella parte più profonda dei polmoni, responsabili dell’assorbimento dell’ossigeno dall’aria che si respira.
I primi sintomi da non sottovalutare
Lo pneumologo spiega che per colpa dell’infiammazione, la respirazione si fa difficile e i sintomi cominciano a manifestarsi: tosse secca o grassa, respiro affannoso e febbre, che alcune volte supera i 39 grandi. Gli anziani possono sviluppare una polmonite anche senza avere tosse o febbre. I sintomi possono manifestarsi subito oppure aggravarsi in modo graduale. Per questa ragione, diventa essenziale consultare un medico o uno specialista per sottoporsi a una visita approfondita. Nel corso della polmonite, il medico potrebbe rilevare una diminuzione dei suoni respiratori o la presenza di rumori anomali. Inoltre, può richiedere gli esami del sangue e una radiografia del torace, con lo scopo di individuare l’area e le aree colpite dall’infiammazione.
Chi sono i soggetti più a rischio
Stando alle parole del dottor Ciccarelli, i più colpiti dalla polmonite sono i bambini di età inferiore ai 5 anni e gli anziani che hanno superato i 75 anni. In aggiunta, i casi di polmonite avvengono più di frequente tra le persone che hanno un deficit del sistema immunitario, che presentano una minore capacità di difesa a causa di malattie o di cure immunosoppressive. Sono maggiormente esposti a questa patologia respiratoria, anche i soggetti che adottano uno stile di vita poco salutare: come i fumatori che si trovano polmoni e apparato respiratorio più vulnerabile rispetto ai non fumatori, e gli alcolisti.
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Le cure e il vaccino
Il dottor Ciccarelli dice che il trattamento della polmonite cambia a seconda dei microrganismi responsabili dell’infezione. Per questa ragione, è necessario individuarli correttamente attraverso una diagnosi accurata e cominciare in modo tempestivo una terapia antimicrobica efficace. Nel caso di infezioni batteriche, vanno utilizzati gli antibiotici. Nella gran parte dei casi, le cure possono essere eseguite a domicilio. Ma se i sintomi sono gravi e la salute del paziente è compromessa, si deve provvedere al ricovero in ospedale. Lo pneumologo sottolinea che al momento, l’unico metodo di prevenzione primaria disponibile per evitare l’infezione da pneumococco, e prevenire così lo sviluppo della malattia respiratoria e delle sue complicanze, è la vaccinazione. Essa, viene offerta in modo gratuito a tutte le persone affette da patologie croniche respiratorie e a chi ha superato i 65 anni. Inoltre, è raccomandata anche per i bambini. Purtroppo, molti anziani non sono a conoscenza di questa opportunità e quindi pochi la sfruttano. Esistono formulazioni vaccinali che richiedono una sola somministrazione per garantire una protezione duratura nel tempo. E’ possibile riceverla in aggiunta al vaccino antinfluenzale, meglio se a distanza di due o tre settimane, per ridurre il rischio di effetti collaterali.
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