Ecco quali sono i cibi che aiutano a prevenire infarto e ictus: gli alimenti (alcuni insospettabili)
Infarto e ictus sono tra le patologie più pericolose e temute dagli esseri umani: questo tipo di episodi, spesso improvvisi anche se è possibile riconoscere in anticipo i sintomi in modo da intervenire, sono in grado di provocare gravi danni alle persone o addirittura ucciderle in pochi istanti. E in ottica prevenzione a giocare un ruolo importante nello scongiurare queste problematiche è anche l’alimentazione; alcuni cibi sono infatti molto utili nell’allontanare le possibilità di incappare in tali incidenti. Ecco di quali si tratta, secondo lo studio scientifico condotto dai ricercatori della McMaster University e Hamilton Health Sciences presso il Population Research Health Institute (PHRI).
I risultati dello studio
Stando ai risultati dell’analisi è emerso che non mangiare a sufficienza sei alimenti chiave (in combinazione tra loro) comporta un rischio più elevato di contrarre malattie cardiovascolari come infarto e ictus; i ricercatori PHRI e i loro collaboratori hanno analizzato i dati di 245.000 persone in 80 paesi, raccogliendo dunque tantissimi elementi da incrociare. I cibi toccasana in questo senso sono frutta, verdura, legumi, noci, pesce e latticini integrali: inserire questi alimenti nel proprio schema alimentare è davvero molto importante nella prevenzione di infarti e ictus. Gli stessi risultati sulla salute possono essere raggiunti anche con un consumo moderato di cereali e carne, purché si tratti di cereali integrali non raffinati e carni non lavorate. A fare la differenza però sono le porzioni giornaliere.
Le porzioni
Il PURE Healthy Diet Score raccomanda un’assunzione giornaliera media di: frutta da due a tre porzioni; verdure in due o tre porzioni; noci in una porzione; e latticini a due porzioni. Il punteggio include anche da tre a quattro porzioni settimanali di legumi e da due a tre porzioni settimanali di pesce. Possibili sostituti includevano cereali integrali in una porzione giornaliera e carne rossa o pollame non lavorati in una porzione giornaliera.
Quanto dormire
Un altro studio, inoltre, ha evidenziato come il dormire dalle sette alle nove ore a notte abbassi la pressione sanguigna, di conseguenza il rischio di incorrere in un infarto. Regolare l’orologio biologico significa anche un modo per ridurre lo stress giornaliero. Il quale è uno delle principali cause di usura del corpo, per questo può risultare importante introdurre del riposo nell’attività giornaliera. In conclusione, andare a dormire alle 23 per i maschi e a mezzanotte per le donne è un modo per diminuire il rischio di infarto.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.