L’Aifa ha pubblicato una nota ufficiale in cui ha reso noto che un farmaco chemioterapico potrebbe non essere reperibile nei prossimi giorni
L’ultima nota ufficiale emessa dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha messo in allarme tante famiglie di persone malate di cancro e contiene l’avviso di una ridotta disponibilità di un farmaco chemioterapico fondamentale per curare tanti malati. Nel comunicato si legge che “le confezioni disponibili non saranno in grado di soddisfare le richieste del mercato per i prossimi mesi”. Una nota che ha destato allarme anche in seno all’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) per il fatto che questa carenza potrebbe mettere a rischio la vita di decine di migliaia di pazienti.
Il farmaco carente
Il farmaco in questione è il fluorouracile, un agente chemioterapico che appartiene alla classe degli antimetaboliti che causano la morte delle cellule neoplastiche. “Stimiamo – ha spiegato il presidente, Francesco Perrone – che circa il 20% dei nuovi pazienti oncologici ogni anno potrebbe avere potenzialmente bisogno del fluorouracile, si tratta di 70-75mila pazienti l’anno”. Questo farmaco viene usato per il trattamento palliativo di alcune neoplasie, come il cancro al seno, allo stomaco, al colon o al pancreas, che non possono essere trattati chirugicamente.
La tesi degli esperti
In una intervista pubblicata di recente sul sito Fanpage, il professore Chimica Biologica della Facoltà di Medicina dell’Università “Federico II” di Napoli, Francesco Di Lorenzo, ha spiegato che si tratta di un “problema grave” perchè metterebbe a “rischio trattamenti che, per alcune tipologie di malati, sono i più collaudati”. La ridotta disponibilità di questo farmaco indurrà i medici a centellinarne l’impiego dispensandolo solo a quei casi che ne hanno più direttamente bisogno. Al momento, però, non si conosce la quantità di sono effettivamente disponibili negli ospedali.
Il motivo della carenza
E’ lecito chiedersi in questo caso come mai vi è carenza di fluorouracile? La risposta sarebbe da ricercare nel fatto che nei Paesi dell’Europa orientale, questi farmaci vengono acquistati in enormi quantitativi e a prezzi più bassi con intenti speculativi, per poi essere rivenduti altrove, ad un prezzo molto più elevato. Nonostante l’EMA si sia attivata più volte per contrastare queste forme speculative, il ripetersi preoccupante di queste situazioni ha reso questa carenza sempre più grave, compromettendo molte chance di salvare vite umane. Di fatto si tratta di farmaco che costa molto poco e che rende poco alle case farmaceutiche.
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