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Reflusso acido: attenzione a questi sintomi, ecco quando è bene preoccuparsi

Soffri di reflusso gastroesofageo? Ecco tutti i sintomi e ciò che devi fare per risolvere il problema!

Reflusso acido: attenzione a questi sintomi, ecco quando è bene preoccuparsi
Una classe d farmaci aumenta il rischio di cancro allo stomaco - Foto Inran

Quali sono le cause del reflusso acido gastroesofageo? Ecco i sintomi

Il reflusso acido gastroesofageo è una delle patologie più comuni in Italia e nel mondo: si tratta di una sorta di bruciore che si accusa dietro il petto, unito a rigurgiti acidi in bocca che (se non trattati a dovere) possono sfociare in complicazioni ben più serie. Ci sono inoltre 6 sintomi precisi, alcuni insospettabili, i quali indicano chiaramente che siete “vittime” di questa patologia. Vediamo quali sono.

I sintomi: acidità in bocca e rigurgiti

Di questi si è già parlato nell’introduzione ma, trattandosi dei più comuni, vanno analizzati più approfonditamente. L’acidità in bocca, come spiega il sito Bright Side, è data da una condizione particolare del muscolo o sfintere della parte superiore dello stomaco: quando questa parte del corpo si indebolisce l’acido sale nella conduttura alimentare e dà quella fastidiosa sensazione in bocca (a volte anche per settimane). Si tratta di una condizione fisica tipica soprattutto delle donne in stato di gravidanza.  E poi ci sono i rigurgiti, risalite di sostanze “dal basso” che a volte si traducono in veri e propri piccoli rutti. I rigurgiti, controllabili ma comunque fastidiosi, sono pericolosi durante la notte perché si rischia un risveglio con un liquido amaro in gola.

Bruciore di stomaco e tosse

Un altro sintomo molto comune del reflusso gastroesofageo è il bruciore di stomaco, una sorta di “fuoco” all’altezza della parte inferiore del torace che diventa molto fastidioso quando ci si piega o si sta sdraiati con la schiena in su. Il bruciore di stomaco, inoltre, si avverte maggiormente dopo aver mangiato ed è un campanello d’allarme da non sottovalutare! A seguire c’è la tosse, da non confondere però con quella tipica dell’influenza o di un lieve disturbo fisico: nel caso del reflusso gastroesofageo la tosse è accompagnata da forti dolori al petto e nella deglutizione, gola irritata, alitosi e secchezza delle fauci.

Altri sintomi del reflusso gastroesofageo: la disfagia

La disfagia è quella sensazione di cibo incastrato nella gola, come se aveste qualche briciola o pezzo masticato rimasto lì a darvi fastidio. Questo, come spiega Bright Side, avviene a causa del restringimento dell’esofago che provoca quindi più difficoltà nell’ingerire, oltre che la paura psicologica di mangiare e di soffocare. Anche questa non è da sottovalutare in quanto può portare a perdere chili, per il fatto di mangiare meno, e avere meno energie per affrontare le giornate.

Dispepsia

Tra le cause c’è anche la dispepsia, dal nome poco noto ma dai sintomi ben chiari: si tratta di nausea dopo aver mangiato che si “evolve” poi in eccessiva pienezza di stomaco, dolori addominali ed eccessiva eruttazione. Nei casi più gravi si fa fatica a mangiare a causa di una mancanza di appetito. La dispepsia è tra le cause più gravi di reflusso acido gastroesofageo.

Come evitare il reflusso acido

Se si accusa reflusso acido gastroesofageo è necessario recarsi immediatamente dal proprio medico di fiducia. Tuttavia è anche possibile contrastarlo con degli accorgimenti da seguire durante la vita quotidiana. Ad esempio, il portale Bright Side suggerisce di mangiare porzioni più piccole di cibo (ma comunque nutrienti e tali da garantire all’organismo tutta l’energia necessaria) e non addormentarsi entro due ore dalla cena. Inoltre evitare cibi grassi, spezie, acidi e bevande alcoliche. Infine, per agevolare l’apparato addominale si consiglia di perdere peso.

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Valerio Fioretti

Sono un fisico, meteo appassionato e meteorologo, scrivo da anni notizie sul web. Sono esperto di argomenti che riguardano sport, calcio, salute, attualità, alpinismo, montagna e terremoti.

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