Sanità nel caos dopo l'annuncio del taglio alle pensioni di medici e infermieri: si rischia lo svuotamento dei reparti
Si potrebbe prospettare l'ipotesi che tra il 5 e il 25% dei dottori e del personale ospedaliero possa dire addio al proprio posto di lavoro
Secondo una stima dei sindacati fino ad quarto dei medici potrebbe lasciare gli ospedali paralizzando l'attività delle strutture pubbliche
La controversa questione del taglio delle pensioni dei medici sta inducendo molti professionisti a pensare di riporre il bisturi e di lasciare il lavoro in anticipo. Fino a qualche settimana fa, quando tra colleghi si è discusso molto della norma inserita in finanziaria (ancora non approvata ufficialmente) che comporterà un taglio sostanzioso dei futuri assegni pensionistici, molti medici si sono rivolti ai propri sindacati di categoria per valutare la situazione.
Il rischio di svuotamento dei reparti
Secondo una recente stima, si potrebbe prospettare l'ipotesi che tra il 5 e il 25% dei dottori e del personale ospedaliero possa dire addio al proprio lavoro. Una prospettiva che rischia di svuotare gli ospedali che già si trovano in una situazione piuttosto complicata. In realtà si tratta di una questione che non riguarda solo i medici, ma che potrebbe riguardare anche altre figure che coinvolgono il mondo della scuola. L'ipotesi di una malaugurata fuga dai reparti, già in atto in tutta Italia sta preoccupando, e non poco, le associazioni di categoria. Il rischio è quello di una paralisi delle strutture ospedaliere e che il sistema possa andare in tilt irrimediabilmente.
L'annuncio che ha fatto precipitare la situazione
Si tratta di personale già afflitto da turni massacranti che lavora in un sistema già particolarmente stressato per la riduzione costante del personale e l'immane quantità di lavoro da svolgere. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'annuncio del governo dei tagli alle pensioni degli infermieri dipendenti pubblici che prevedono riduzioni fino a 1000 euro. Una decisione che ha portato le sigle sindacali di categoria a proclamare lo stato di agitazione. Tanti professionisti hanno minacciato di lasciare la sanità italiana per fuggire all'estero.
Le manifestazioni programmate
Per rivendicare i propri diritti è stato programmato un fitto calendario di manifestazioni e di proteste che coinvolgeranno anche i maggiori sindacati, fra i quali la Cgil e la Uil. Sono previsti scioperi di 8 ore nel periodo compreso dal 17 novembre al 1 dicembre. In controtendenza la Cisl che manifesterà il 25 novembre a Roma ma che si è detta contraria agli scioperi. In agitazione anche i sindacati dei medici che incroceranno le braccia il 5 dicembre contro la revisione in senso peggiorativo dell’aliquota per il calcolo delle pensioni. La protesta coinvolgerà anche il mondo politico. Il PD ha già annunciato che scenderà in piazza l’11 novembre, ottenendo anche la disponibilità del M5S.
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