La “latitanza” dell’influenza stagionale potrebbe rendere il nostro organismo molto più vulnerabile
Tra le anomalie di quest’ultimo inverno, spicca la scomparsa dell’influenza stagionale che ha fatto molto discutere gli epidemiologi. Fino all’anno scorso milioni di persone hanno contratto questa malattia infettiva stagionale, in particolar modo gli anziani e le categorie più a rischio. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria Sars-CoV-2, invece, gli altri virus influenzali sembrano essersi presa una “pausa” inspiegabile. Una situazione di interesse planetario, ma dalla quale la dottoressa Melania Rizzoli mette in guardia: secondo lei la “scomparsa” dell’influenza non sarebbe positiva come potrebbe apparire. Leggi anche Coronavirus, nuovo dpcm, ecco cosa si prevede per barbieri e parrucchieri.
IL RAPPORTO FRA PRESIDI ANTI-COVID E SCOMPARSA DELL’INFLUENZA STAGIONALE
Secondo vari studi, la concomitanza fra la diffusione del Covid-19 e l’arresto dei contagi tramite virus influenzali non è dovuta a un rapporto di causa-effetto. Medici e ricercatori, tuttavia, sono concordi sull’efficacia delle misure restrittive adottate fin dai primi mesi della pandemia. L’uso continuo di disinfettanti e mascherine, il distanziamento sociale, le regolari procedure di sanificazione ambientale e le limitazioni agli spostamenti hanno portato ad una contrazione delle possibilità di contatto e di contagio delle infezioni, anche per i ceppi virali associati a questo comune malanno di stagione.
CORONAVIRUS E INFLUENZA, IL RUOLO DECISIVO DEL LAVAGGIO DELLE MANI
Se precedentemente alla pandemia il lavaggio delle mani rientrava, comunque, fra i comportamenti integrati nella routine quotidiana, adesso è sentito come un’esigenza da assecondare in maniera quasi ossessiva. Fra l’altro, l’efficacia di saponi e disinfettanti è comprovata: questi non solo inattivano i virus influenzali, ma li rimuovono dalla cute, senza lasciare alcuna traccia del film lipidico dal quale risultano avvolti. Lavare le mani, quindi, è un gesto che ha assunto un valore prioritario, in termini di importanza e di urgenza.
I RISVOLTI NEGATIVI DELLA TREGUA DALLE FORME INFLUENZALI
In base all’esame di 1057 campioni raccolti su tutto il territorio italiano (dall’inizio della stagione invernale), 11 sono risultati positivi al Covid-19, ma nessuno per l’influenza. Tra l’altro, la consueta campagna vaccinale è iniziata prima rispetto agli anni scorsi e molti dei soggetti idonei non hanno avuto la possibilità di aderirvi. A prima vista sembrerebbe un traguardo, ma gli addetti ai lavori non sono dello stesso avviso. Un’esposizione ai Rinovirus, in particolare, stimola la produzione di interferoni, in grado di frenare la replicazione. Per questo motivo contrarre l’influenza potrebbe proteggere l’organismo dall’esposizione ad altri virus infettivi molto più pericolosi. In questo modo, il corpo attiva i meccanismi di immunità crociata, proteggendo da Sars-CoV-2 e da altri RNA-virus respiratori, anche in forma lieve.
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