Scoperta molecola che può restituire l'udito grazie alla luce: ecco la clamorosa scoperta
I risultati di questa straordinaria ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista, Journal of the American Chemical Society
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Grazie a questa scoperta molte persone potrebbero riacquistare l'udito
Si accende una nuova speranza per chi ha problemi d'udito. Un recente studio internazionale ha scoperto una molecola in grado di attivare i neuroni uditivi mediante una terapia fotofarmacologica. Un recente studio, a cui ha partecipato anche il chimico farmaceutico, Carlo Matera (ricercatore dal 2020 del Dipartimento di Scienze farmaceutiche della Statale meneghina), ha evidenziato come la luce blu sia in grado di attivare una molecola, la TCPfast, l'unica a stimolare i neuroni uditivi e quindi a restituire la percezione del suono a chi l'ha persa per cause fisiologiche o traumatiche.
Cosa comporterà la nuova scoperta
Questa straordinaria scoperta potrebbe abbattere definitivamente i limiti degli attuali impianti cocleari che per quanto avanzati non sono capaci di distinguere le onde sonore con frequenze diverse. Ciò significa che questi supporti non consentono di apprezzare la buona musica, o peggio, non permettono di seguire un discorso o una conversazione in presenza di tanto rumore. Attualmente, sono circa un milione le persone che si avvalgono di un dispositivo impiantato chirurgicamente, provvisto di microfoni che trasformano i suoni in segnali elettrici, decodificati poi dal cervello. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of the American Chemical Society.
L'efficacia della molecola TCPfast
I futuri metodi in grado di restituire l'udito a chi lo ha perso, non hanno nulla a che vedere con l'optogenetica, una tecnica che converte i suoni in stimoli luminosi trasmessi all'orecchio interno e interpretati dal cervello. La molecola TCPfast non richiede alcuna manipolazione genetica ma solo una strategia farmacologia. Per verificarne la sicurezza e l'efficacia, sono stati condotti esperimenti non solo in vitro, ma anche in vivo su piccoli roditori (i gerbilli). Dai test è stato possibile verificare che, non appena la molecola veniva attraversata dalla luce blu, trasmetteva un segnale ai neuroni della coclea. Senza dubbio, si tratta di una novità assoluta nel settore. CONTINUA A LEGGERE…
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Cosa accadrà adesso?
Gli scienziati puntano adesso a migliorare le caratteristiche di TCPfast, in modo da capire fino a che punto la molecola sia in grado di ripristinare l'udito, se presenta dei limiti oppure delle criticità. Le simulazioni computerizzate hanno segnalato un recupero quasi totale dell'udito al pari quasi di quello fisiologico. Non rimane che verificare sull'uomo quanto ottenuto finora con anni di studio e di ricerca. Naturalmente, se gli esperimenti sulle persone non udenti dovessero dare i risultati attesi, sarebbe un enorme passo in avanti e un modo per dare loro la possibilità di apprezzare i suoni.
Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.