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Se fai il turnista corri gravi rischi di avere infarto o ictus: ecco i risultati esplosivi di una ricerca

Lavorare su turni è un'attività altamente sconsigliata dalle autorità sanitarie proprio per i gravi effetti sul sistema neurovegetativo

Se fai il turnista corri gravi rischi di avere infarto o ictus: ecco i risultati esplosivi di una ricerca
Foto Pixabay.com

Le alterazioni dei ritmi biologici avrebbero un grave impatto sulla nostra salute

Ormai è noto da tempo come gli effetti dell’alterazione cronica dei ritmi biologici possono riverberarsi sulla salute generale degli individui. Uno studio scientifico pubblicato sul famoso quotidiano spagnolo, El Pais, ha evidenziato come l’alterazione dei ritmi biologici causati dalle turnazioni sul lavoro hanno un impatto importante sulla salute individuale. In Spagna, come si legge sullo stesso quotidiano, le persone che lavorano su turni sono circa 3 milioni e mezzo.

La tesi degli esperti

Secondo la tesi di Juan Antonio Madrid, professore di fisiologia e direttore del laboratorio di cronobiologia dell’Università di Murcia, lavorare su turni ha effetti che sono assimilabili a quelli del tabacco. Questa maniera di lavorare infatti è altamente sconsigliata dalle autorità sanitarie proprio per i gravi effetti sul sistema neurovegetativo. Secondo la tesi del professor Madrid, il rilascio di mediatori infiammatori viene inasprito mentre si riduce l’attività del sistema neurovegetativo.

I gravi effetti sulla salute

Si è evidenziato anche che chi lavora su turni ha livelli più elevati di trigliceridi e manifesta con più frequenza fenomeni di ipertensione con aumentati i rischi di infarto del miocardio e ictus. Si tratta di condizioni che permangono anche quando si lascia il lavoro per diversi anni. A documentare i risultati di questo studio è stata la rivista scientifica Neurobiology of sleep and Circadian Rhythms che ha evidenziato come gli effetti degli orari di lavoro a turni nei soggetti giovani ai 18 ai 24 anni, possono permanere addirittura fino ai 60 anni di età anche dopo che si è tornati ad un ritmo normale di lavoro. Infatti, secondo tale ricerca, l’esposizione orari di lavoro a turni durante la prima età, adulta aumenterebbe gli esiti di ictus ischemico di mezza età soprattutto nelle donne, anche quando si torna ad un orario regolare. CONTINUA A LEGGERE..

Lo stress per i nostri orologi biologici

Secondo la tesi del professor Madrid adattare il proprio fisico all’orario di lavoro notturno è quasi impossibile poiché si altera anche l’orario in cui si mangia, gli orari in cui si dorme e anche quelli in cui si fa attività fisica. Questo perché i nostri orologi biologici sono preparati per anticipare e preparare il nostro organismo ad una routine prevedibile e regolare.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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