Se hai livelli bassi di questa vitamina, rischi di morire di Covid 14 volte in più: i risultati di uno studio israeliano

Uno studio israeliano ha dimostrato la correlazione tra alti livelli di vitamina D e maggiore protezione dal Covid-19

integratori alimentari, ecco di quali diffidare (Foto: Pixabay)
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Bassi livelli di vitamina D comportano un rischio 14 volte superiore di morire di Covid

Secondo uno studio israeliano, livelli insufficienti di vitamina D possono essere alla base delle complicazioni dell'infezione da Covid-19. A rivelarlo sono i risultati di una ricerca scientifica condotta da Joint Bar-Ilan University, Galilee Medical Center. Ormai sappiamo da tempo che la vitamina D occupa un ruolo di primo piano nella salute delle nostre ossa. Oggi stiamo acquisendo nuove consapevolezze sulle qualità e le proprietà associate a questa importante vitamina. Ad esempio, sappiamo che i bassi livelli sono associati a una serie di malattie autoimmuni, cardiovascolari e infettive.

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Lo studio scientifico

Nella fase di esordio della pandemia, molti esperti hanno invitato tutti a prendere la vitamina D, poiché svolge un ruolo nella promozione della risposta immunitaria che ci protegge dal COVID-19. Questa convinzione è stata rafforzata dopo uno studio scientifico che è stato pubblicato il 3 febbraio 2022, sulla rivista PLOS ONE e condotto da ricercatori della Facoltà di Medicina Azrieli dell'Università Bar-Ilan di Safed, in Israele, e del Galilee Medical Center di Nahariya, in Israele, mostrano una correlazione tra carenza di vitamina D e COVID- 19 gravità e mortalità.

Come è stato condotto lo studio

Questa ricerca è la prima in assoluto ad aver analizzato i livelli di vitamina D prima dell'infezione, percependo in modo chiaro come le carenze di questa vitamina siano associati allo sviluppo dei sintomi più severi della malattia virale. I risultati riportati si basano sui risultati inizialmente pubblicati su MedRxiv. Lo studio in questione è stato condotto su 1.176 pazienti ricoverati tra aprile 2020 e febbraio 2021 al Galilee Medical Center (GMC) con test PCR positivi. Su questi pazienti sono stati monitorati i livelli di vitamina D da due settimane a due anni prima dell'infezione. CONTINUA A LEGGERE…


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Cosa si è scoperto

Dalla ricerca è emerso che i pazienti con carenza di vitamina D (meno di 20 ng/mL) avevano 14 volte più probabilità di avere casi gravi o critici di COVID rispetto a quelli con più di 40 ng/mL. Sorprendentemente, la mortalità tra i pazienti con livelli sufficienti di vitamina D era del 2,3%, in contrasto con il 25,6% nel gruppo carente di vitamina D. Dati che dimostrano in maniera eloquente come un basso livello di vitamina D contribuisce in modo significativo alla gravità e alla mortalità della malattia. Ecco perchè, adesso più che mai, è fondamentale mantenere livelli normali di vitamina D per fronteggiare e prevenire gli effetti nefasti del Covid e stimolare una corretta risposta immunitaria alle malattie respiratorie.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.