Secondo booster, lo scetticismo degli esperti e delle autorità competenti
Mentre in Italia continua spedita la campagna vaccinale, tanto che ad oggi più di 48 milioni di persone risultano essere vaccinate almeno con la seconda dose e sono più di 34 milioni e mezzo quelli che hanno ricevuto anche la dose di richiamo, da più parti si sta dibattendo sulla eventuale necessità di dover ricorrere ad una seconda dose booster, ovvero ad un secondo richiamo del vaccino. Della questione se n’è iniziato a parlare nel Regno Unito, quando durante un convegno organizzato da Goldman Sachs, il Ceo di Moderna, Stephane Bancel si è detto quasi sicuro della necessità che nel prossimo autunno si renderà necessario procedere con la seconda dose booster, dimostrandosi molto scettico sul fatto che ci si possa fermare alla sola terza dose. Da leggere anche Cancro ai polmoni, basterà un semplice esame del sangue per scovarlo
Si arriverà ad un richiamo annuale
Bancel ha anche affermato, che con molta probabilità si arriverà ad un richiamo annuale, come avviene per i vaccini antinfluenzali, per le persone anziane e fragili, ritenendo che il covid non scomparirà a breve, ma ci dovremo convivere anche nei prossimi anni. Secondo il rappresentante della casa produttrice del vaccino Moderna, la terza dose di richiamo, infatti, perderebbe efficacia con il passare del tempo rendendola non idonea a proteggere dalla malattia più grave.
Le tesi di altri esperti
Dello stesso parere sembra invece non essere il Prof Wei Shen Lim, presidente del JCVI, il comitato di consulenza del governo di Londra sui vaccini, secondo il quale l’unica strada esistente ora per combattere il covid19, in particolare nella sua variante omicron è quella di continuare con la vaccinazione della terza dose, in considerazione del fatto che chi ha completato il ciclo vaccinale con la sola seconda dose ha una protezione ridotta al 50% dopo soli 6 mesi dalla sua somministrazione. Non si avrebbero invece dati sufficienti per valutare la necessità di procedere con una quarta dose. CONTINUA A LEGGERE..
Cavalieri: “Nessuna indicazione proveniente da ricerche cliniche”
Allo stesso risultato è giunta l’Agenzia Europea del Farmaco che tramite Marco Cavalleri, capo della strategia vaccinale dell’EMA ha ribadito come non ci sia nessun tipo di indicazioni proveniente da ricerche cliniche o da altre evidenze scientifiche che portino a ritenere necessaria la somministrazione di una seconda dose booster. L’unica strategia per ora è quella di continuare con la campagna vaccinale, che grazie alla terza dose sembra stia rispondendo bene alla diffusione della variante omicron. Resta ora da vedere, ha aggiunto Cavalleri, se il vaccino risponde bene anche ad una nuova variante omicron che è stata isolata in diverse parti del mondo e ribattezzata variante BA2, ma della quale fino ad oggi si sa veramente poco.
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