
Candida Auris, il fungo che preoccupa il mondo medico-scientifico
Ulteriori complicazioni in arrivo sul fronte sanitario: accanto all’attuale emergenza da SARS CoV-2 potrebbe aggiungersi un’abnorme e incontrollata diffusione delle infezioni da Candida Auris. Negli ultimi tempi il problema sta coinvolgendo ogni parte del mondo senza distinzioni fra i soggetti colpiti, appartenenti ad ogni fascia di età. Il fungo sembra avere una particolare preferenza per gli ambienti ospedalieri, soprattutto quelli dei paesi in via di sviluppo, dove le condizioni igieniche sono precarie. Tuttavia, a preoccupare il settore medico-scientifico non è il tasso di mortalità, ma sono l’elevata contagiosità, la prolungata permanenza sulle superfici e la farmaco-resistenza. Fattori che, sommati alla pandemia odierna di Coronavirus, portano alla necessità di nuovi provvedimenti. Leggi anche Questa bevanda aiuta a bruciare i grassi mentre si dorme: ecco quale
Candida Auris, dagli esordi ad oggi
Presente in campioni provenienti da alcuni laboratori sud-coreani fin dal 1996, il primo isolamento del ceppo Auris risale al 2009, quando in Giappone venne rilevato e isolato presso gli ospedali locali. Il nome fa pensare a una predilezione del microrganismo per l’orecchio, ma può dare luogo a infezioni invasive, soprattutto negli individui con un sistema immunitario compromesso. In tali soggetti, il decorso può avere esito letale, per via di un’alta refrattarietà agli antimicotici attualmente previsti dai protocolli. Leggi anche Coronavirus, maxi focolaio nel bresciano: chiuse le scuole. Ecco cosa sta succedendo
Una situazione con precedenti
Proprio in questi giorni il CDC ha inserito la Candida Auris nella lista degli agenti patogeni pericolosi su scala mondiale, ma la sua diffusione ad ampio raggio non è certo una novità. La dottoressa Johanna Roads, epidemiologa presso l’Imperial College di Londra, si è imbattuta nello stesso problema nel 2016: fin da allora ne aveva riscontrato la pericolosità, legata alla sua prolungata vita nelle superfici e alla difficoltà di elaborare un antidoto efficace. La tendenza ad un uso improprio dei farmaci per combattere le infezioni, infatti, ha portato lo stipite di partenza a generare varianti refrattarie alle cure disponibili. Leggi anche Attacchi di fame, ecco come placarli grazie a questi alimenti
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Farmaco-resistenza e rischio di sovrapposizione fra pandemie
Maggiormente aggressivo rispetto ad altre specie (come la Candida Albicans, responsabile di disturbi al tratto genito-urinario femminile e, in misura minore, maschile) il micete rimane a lungo sulle superfici, mantenendo elevato il suo potenziale infettante. A tale aspetto si somma quello della farmaco-resistenza, riguardante il 90% dei casi e indice di avvenuta mutazione del ceppo di origine. Un dato allarmante, se si considera che le aziende farmaceutiche sembrano impreparate a far fronte alla nuova emergenza e a proporre una terapia risolutiva.
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