Si chiama Molnupiravir e potrebbe diventare il farmaco vincente per sconfiggere il Covid
Non si tratta dell’ennesimo vaccino ma di un vero e proprio farmaco da assumere per bocca: le speranze sulla lotta contro il Coronavirus e le sue varianti, oltre che nei sieri sperimentali, sono riposte anche nel Molnupiravir. La molecola, progettata e sviluppata fin dal 2019 negli Stati Uniti, è un antivirale ad ampio spettro ormai sulla buona strada per la distribuzione ufficiale su vasta scala. Dopo i test sui criceti, è stata la volta dei pazienti Covid che, raggruppati a campione, hanno aderito alla campagna di sperimentazione. Da leggere anche Green Pass, Locatelli svela: “La durata potrebbe essere prolungata”
MOLNUPIRAVIR, LA NUOVA FRONTIERA ANTI COVID
Per arrivare agli attuali risultati, le équipe statunitensi sono partite da somministrazioni del farmaco MK-4482 su criceti infettati dal Coronavirus, ma con sintomi lievi. La scelta è ricaduta su queste cavie per la presenza di analogie con gli esseri umani nello sviluppo della malattia. Il Molnupiravir ha dimostrato la sua efficacia non solo nei roditori che lo avevano assunto 12 ore prima dal contagio, ma anche in quelli sottoposti al test altrettante ore dopo l’esposizione. Nell’arco dei tre giorni successivi, il virus è diventato 100 volte meno aggressivo a livello polmonare, per entrambi i campioni.
DALL’INFLUENZA AI CORONAVIRUS, L’EFFICACIA DEL MK-4482
La sperimentazione di questo farmaco era iniziata, in realtà, con un altro intento: quello di trovare un rimedio contro i virus influenzali. La pandemia da Sars CoV-2, quindi, ha modificato la finalità di un progetto già in itinere, arrivato ora quasi al termine della fase 3. Le prove sul genere umano hanno confermato gli esiti prodotti dalle osservazioni sui roditori: il farmaco mitiga l’attacco del Covid-19, inclusi i sottotipi più pericolosi. Ma come agisce? Il principi attivo agirebbe attraverso un meccanismo di trasformazione che sfrutta gli errori di replicazione e ne permette l’aggancio con il materiale genetico virale. Le ricerche effettuate in fase 2 hanno evidenziato come un dosaggio di 800 mg porti miglioramenti degni di nota in pazienti già contagiati. CONTINUA A LEGGERE…
UN MEDICINALE AL CENTRO DI ATTESE E BUONI AUSPICI
A nutrire speranze sul Monlupiravir non sono soltanto gli addetti ai lavori. Pur non essendo ancora in commercio, negli USA le prenotazioni sono arrivate a 1700000 dosi. Secondo ricercatori e scienziati di tutto il mondo, il farmaco potrebbe essere una soluzione per sconfiggere altri virus a RNA e non solo il Covid-19. Ma per saperne di più occorre attendere almeno la prima parte dell’autunno: solo dopo avere ottenuto la conferma definitiva sull’efficacia del farmaco, si potrà dare il via libera alla produzione. Nel frattempo, l’EMA sta valutando l’azione di un’altra molecola, il Tocilizumab, per i pazienti non gravemente compromessi. CONTINUA A LEGGERE…
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