
Smartphone durante una pausa dal lavoro? Il cervello non si ricarica: lo studio
Usare il cellulare durante una pausa rigenerante dal lavoro? Meglio evitare: è quanto afferma un nuovo studio della Rutgers University pubblicato sul Journal Behavioral Addictions. Questa usanza, infatti, impedisce al cervello di ricaricarsi.
I numeri dello studio: 414 studenti universitari impegnati
I ricercatori, si legge su Ansa.it, hanno chiesto a 414 studenti universitari di risolvere una serie di 20 crucipuzzle: a metà dell’esercizio alcuni si sono concessi una pausa durante la quale era possibile usare il cellulare, altri avevano a disposizione solo carta o un computer, mentre un gruppo non aveva pause a disposizione.
I risultati dello studio: 19% in più di tempo per chi usa lo smartphone
Dopo la pausa, i partecipanti che hanno usato lo smartphone hanno impiegato il 19% in più di tempo per risolvere gli esercizi, trovando il 22% in meno di parole: una prestazione solo leggermente migliore rispetto a chi invece non aveva potuto usufruire della pausa.
Le parole di uno degli autori dello studio
Queste le parole di Terri Kurzberg, uno degli autori: “L’azione di mettere mano al telefono mentre si sta facendo qualcos’altro è sempre più comune. È importante conoscere il costo associato a questo gesto. Noi assumiamo che non sia diverso da altri tipi di pausa, ma il telefono può portare a livelli molto maggiori di distrazione che rendono poi difficile tornare con l’attenzione a ciò che si stava facendo in precedenza”.
L’effetto non proprio positivo dell’utilizzo del cellulare
I cellulari, come si legge su Greenme.it, possono quindi avere questo effetto: anche solo la semplice sbirciata attiverebbe pensieri di controllo, riguardanti messaggi, chat e non solo, connessione con le persone, accesso a informazioni sempre più disparate e altro. Si tratta di situazioni che, in un momento di pausa da impegni lavorativi, possono pesare al nostro cervello più di quanto immaginiamo.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.