Si aggrava il bilancio degli esemplari di gabbiani morti a causa del virus dell’aviaria: gli ultimi aggiornamenti
Sembra non trovare soluzione di continuità il preoccupante fenomeno della morìa di gabbiani nel Basso Lago di Garda. Al momento, soprattutto nei pressi della spiaggia di Desenzano, sono stati ritrovati oltre 100 gabbiani privi di vita. Tempestivo è stato l’intervento degli operatori dell’Istituto Zooprofilattico di Lombardia ed Emilia-Romagna che hanno effettuato i prelievi di rito evidenziando in tutti i gabbiani defunti la presenza del virus aviaria H5N1.
Il pronto intervento delle autorità sanitarie preposte
Quello che preoccupa è che, oltre ai gabbiani, anche altre specie di volatili stanno subendo il contagio e si stanno registrando anche dei decessi. Per evitare che la situazione possa precipitare e che il virus possa dilagare, gli addetti dell’Agenzia di Tutela e della Salute (Ats) hanno provveduto a prelevare le carcasse degli animali morti per evitare che altri animali possano cibarsi e contagiarsi conseguentemente.
Altri esemplari morti ritrovati a Salò, Sirmione e Padenghe
Altri esemplari di gabbiani ancora in vita sono stati catturati e posti in isolamento per verificare le loro condizioni di salute. Secondo quanto riporta il Corriere di Brescia, gli esemplari vivi sono stati trasferiti presso il comando di polizia provinciale di Desenzano. Intanto le autorità locali hanno lanciato l’allerta verso tutti gli allevamenti avicoli che si trovano nel territorio affinchè vengano prese tutte le misure di profilassi richieste. Sulle spiagge di Sirmione, Padenghe e Salò sono stari ritrovate altre carcasse di gabbiani defunti. CONTINUA A LEGGERE…
Le raccomandazioni del sindaco di Desenzano
Intanto il primo cittadino di Desenzano, Guido Malinverno, ha allertato tutta la cittadinanza sul pericolo in questione, raccomandando a tutti di non entrare in contatto con animali morti o in pessimo stato di salute anche se al momento le aree pubbliche del Lago non sono state interdette al pubblico. La notizia positiva è che i contagi di questo virus, almeno fino ad ora, sono avvenuti tra animale e animale e non si è verificato il temutissimo salto di specie.
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