Streptococco mangiacarne, l'infettivologo Francesco Menichetti spiega: "Non vanno sottovalutati i rischi. Questa sindrome colpisce..."

I sintomi, i soggetti a rischio e cosa può succedere nelle prossime settimane a causa dello streptococco "carnivoro": lo scenario del Prof. Francesco Menichetti

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L'esperto Francesco Menichetti ha analizzato lo streptococco “mangiacarne": tutto ciò che c'è da sapere

In questi giorni si parla molto dello streptococco “mangiacarne" (o carnivoro), un'infezione che sta prendendo pericolosamente piede in Italia: nata in Giappone e in grado di spedire decine di persone in ospedale, questa patologia è sotto stretta osservazione degli esperti anche perché, appunto, si registrano dei casi anche nel nostro Paese. Ma in cosa consiste lo streptococco “mangiacarne" e quanto è realmente pericoloso? L'infettivologo Francesco Menichetti ne ha parlato a FanPage.it.

Lo scenario del dott. Menichetti

I dati rilevati in Giappone – ha spiegato lo scienziato italiano – sicuramente testimoniano l'esistenza di un incremento notevole di queste forme di infezione streptococcica che merita di essere monitorata, in quanto determina la sindrome dello shock tossico da streptococco, una malattia molto grave. Per il momento i dati rilevano un tasso di mortalità del 30% ed è di certo la forma più grave di infezione causata dallo streptococco del gruppo A". Una patologia assolutamente da non sottovalutare di cui al momento “non possiamo inquadrare con esattezza il contesto globale. Questi casi in Giappone sono una buona occasione per riflettere sull'importanza di monitorare la malattia“.

I sintomi e chi colpisce

Tra i sintomi di streptococco “carnivoro" figurano forti tonsilliti, faringiti e scarlattina, ma anche febbre alta, abbassamento della pressione arteriosa, tachicardia e tachipnea. Nei casi più gravi si parla di necrosi dei tessuti (motivo per il quale è definito “carnivoro"), scompenso di diversi organi e addirittura morte. “Di solito – aggiunge Menichetti – questa sindrome colpisce chi ha particolari fattori di rischio per l'insorgenza dello shock: tra i soggetti tradizionalmente più a rischio ci sono gli anziani, le persone che hanno subito un intervento chirurgico o chi soffre di diabete“. Si può quindi parlare di allarme o quantomeno allerta generale? Menichetti invita alla calma e al non allarmismo, fermo restando che “è importante che non venga sottovalutato e che medici e pediatri siano scrupolosi nella diagnosi e nella terapia di questo batterio“.

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Marco Reda

Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.