La tachicardia ventricolare a torsione di punta è un tipo specifico di tachicardia ventricolare che si manifesta nei soggetti affetti da un particolare disturbo dell’attività elettrica del cuore
La torsione di punta, la patologia cardiaca riscontrata ad Edoardo Bove come si apprende dal referto, è una forma specifica di tachicardia ventricolare polimorfa presente nei soggetti con intervallo QT lungo. È una forma di aritmia che può avere due evoluzioni: cessare spontaneamente o degenerare in fibrillazione ventricolare. Può causare una significativa compromissione emodinamica ma nei casi più gravi, se non si prendono le adeguate contromisure, può essere fatale.
Come si diagnostica
Questa patologia può essere diagnosticata con un normale ECG. Il QT lungo responsabile della tachicardia ventricolare può essere acquisito o congenito. Vi sono diversi fattori che possono predisporre alla tachicardia ventricolare tipo torsione di punta. Fra questi vi è anche la perdita di funzione dei canali della corrente del potassio ripolarizzanti O. Anche l’uso di determinati farmaci possono prolungare l’intervallo QT e quindi predisporre a questa tachicardia ventricolare, fra i quali antidepressivi triciclici, alcuni antivirali e antifungini.
Come si cura e chi colpisce con maggior frequenza
Per trattare questa patologia viene somministrato al paziente il magnesio EV, nelle misure per accorciare l’intervallo QT, o nella cardioversione elettrica nei casi di fibrillazione ventricolare. Il rischio di tachicardia ventricolare tipo torsione di punta aumenta all’aumentare dell’intervallo QTc, in particolare se risulta superiore ai 0,50 secondi. Nelle donne questa anomalia è molto più presente dal punto di vista statistico. Anche l’età avanzata, l’ipotiroidismo, una frequenza ventricolare irregolare, determinati disturbi alimentari o la miocardite possono essere alla base di una torsione di punta.
Come si manifesta
La tachicardia ventricolare tipo torsione di punta si può manifestare con sincopi frequenti causate da battiti che possono arrivare fino a 200 per minuto e quindi non in grado di garantire un’efficace perfusione cerebrale. Le persone che soffrono di questa patologia accusano anche frequenti palpitazioni. In genere l’aritmia causata da questa forma di tachicardia è auto-terminante ma in rari casi può degenerare in fibrillazione ventricolare e portare a morte improvvisa.
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