La malattia di Schillaci colpisce circa 50 mila nuove persone ogni anno: ecco come prevenirla e come curarla
Totò Schillaci è ancora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Civico di Palermo. Il quadro clinico dell’ex bomber che fece impazzire l’Italia ai mondiali del 1990, resta grave. Schillaci è seguito dall’equipe del reparto di pneumologia dopo essersi sottoposto in passato a due interventi per il tumore al colon. Una malattia che l’ex calciatore sembrava essersi messa alle spalle e che invece si è nuovamente ripresentata in una forma molto aggressiva. Si tratta di una patologia che ogni anno colpisce 50 mila persone in Italia.
La malattia
Dopo il tumore al seno e quello alla prostata, il tumore al colon è quello che più di tutti incide a livello di diagnosi nel nostro paese. Secondo recenti statistiche, il 65% dei pazienti riesce a sopravvivere a questa neoplasia a 5 anni dalla diagnosi, ma molto dipende dai tempi e dalla precocità con la quale il tumore viene diagnosticato. Partecipare alle campagne di screening è fondamentale per ridurre i rischi e aumentare la possibilità di una diagnosi precoce.
La prevenzione e i sintomi
Lo screening attraverso la ricerca del sangue nelle feci e la colonscopia sono fondamentali per ridurre il tasso di mortalità. A spiegarlo, nel corso di una intervista, è stato Andrea Anderloni consigliere dell’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi Ospedalieri (Aigo). L’individuazione tempestiva della presenza nel colon di polipi benigni che vengono rimossi in endoscopia, è fondamentale per evitare che queste escrescenze possano diventare maligne col tempo. Come ha spiegato il professor Anderloni “è importantissimo toglierli subito prima che degenerino in tumori maligni”. Oltre alla presenza di sangue nelle feci, il professor Andreoni spiega che tra i sintomi da monitorare ci sono calo di peso immotivato, dolore addominale persistente, modificazione dell’attività intestinale ed anemia.
Le cause
Fumare, bere troppo alcol, consumare eccessivamente insaccati e carni rosse o essere obesi, sono i fattori di rischio che sono connessi allo sviluppo di questa tipologia di tumori. La familiarità di questa tipologia di tumori, deve indurre i pazienti ad effettuare controlli più precoci. Chi ha superato i 50 anni dovrebbe controllarsi a prescindere dalla familiarità, mentre chi ha familiarità dovrebbe controllarsi già dopo i 40 anni. La terapia è endoscopica e chirurgica, ma negli stadi avanzati della malattia è fondamentale ricorrere alla radioterapia e alla chemioterapia.
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