L’attrice è morta oggi all’età di 71 anni: solo nel 2024 sono stati diagnosticati oltre 13 mila nuovi casi di tumore al pancreas
L’attrice italiana Eleonora Giorgi ci ha lasciato oggi a causa di un tumore al pancreas contro il quale ha combattuto a lungo finendo per perdere, purtroppo, la sua battaglia, nonostante la commovente tenacia messa in mostra per sopravvivere. Il tumore al pancreas è noto proprio perchè è uno dei più complicati da curare e per il basso tasso di sopravvivenza. Ecco perchè è importante mettere in atto quei comportamenti adeguati per poterlo prevenire.
I fattori di rischio
Come ha avuto modo di spiegare all’Adnkronos, Massimo Di Maio, presidente dell’Associazione italiana oncologia medica (Aiom), il fumo di sigaretta rappresenta “il fattore di rischio maggiormente associato alla probabilità di sviluppare un carcinoma pancreatico”. Vi sono poi altri fattori come obesità, sedentarietà, consumo di alcol e di grassi saturi, che possono favorire lo sviluppo di questo tumore molto insidioso.
I comportamenti virtuosi
Uno dei comportamenti virtuosi che possono ridurre il rischio di sviluppare questo cancro è quello di consumare con frequenza verdura e frutta fresca, oltre che a smettere di fumare. Come ha spiegato lo stesso professor Di Maio, meno del 10% dei casi di tumore al pancreas è dovuto a fattori ereditari (mutazione del gene Brca 1 e 2). Ecco perchè eliminare i fattori di rischio può risultare davvero provvidenziale. Insomma, la prevenzione può davvero salvare la vita.
Le recenti statistiche
Le ultime statistiche hanno evidenziato come il numero dei decessi è quasi sovrapponibile a quello delle nuove diagnosi. Solo nel 2024 sono stati diagnosticati ben 13.585 tumori al pancreas senza particolari differenze tra uomini e donne. Le persone più a rischio sono quelle dai 60 anni in su, sebbene non manchino i decessi anche tra i più giovani, anche se i casi sono molto rari. Diagnosticare questo tumore è tutt’altro che facile anche perchè quando si manifesta è già in stato avanzato. L’assenza di un test di screening ad hoc facilita purtroppo le diagnosi tardive. Si tratta, fra l’altro, più resistente alla chemioterapia. Ecco perchè la prevenzione è doverosa.
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