Il conduttore radio-tv Giancalo Magalli ha svelato come si è accorto di avere il tumore alla milza: le parole al settimanale Oggi
Il tumore alla milza è una delle patologie più gravi che possano colpire l’essere umano (e non solo), una malattia che se non presa in tempo è in grado di portare addirittura alla morte. Lo sa bene Giancarlo Magalli, il noto e storico conduttore radiotelevisivo il quale negli ultimi mesi ha dovuto lottare contro il terribile linfoma. Il 75enne capitolino, lontano dalle scene per un anno proprio per sottoporsi alle dovute cure, ha spiegato quali sono state le prime avvisaglie di tumore alla milza: ecco cosa ha dichiarato al settimanale Oggi.
I sintomi di Magalli
Magalli ha dichiarato di avvertire le prime avvisaglie mentre era impegnato nel programma “Il cantante Mascherato”: “Ho scoperto di avere un tumore per caso. Non mi sentivo bene: dolori, debolezze. Avevo un’infezione che mi ha portato che mi ha portato al ricovero. E dopo alcune indagini hanno scoperto un tumore. Ora sto meglio e sono qui a raccontarvi tutto“. Il conduttore, amatissimo dai telespettatori e dai colleghi, ha spiegato di non aver mai avuto particolare paura del linfoma ma la diagnosi iniziale era tremenda.
Cosa rischiava Giancarlo Magalli
“I medici – ha aggiunto Magalli – avevano detto che se non mi curavo avevo due settimane di vita. Per un anno sono stato a letto a curarmi“. Ora Giancarlo sta bene ed è pronto a tornare al lavoro, magari nel ruolo di opinionista al prossimo Grande Fratello Vip (potrebbe esserci un posto vacante) o di giudice a “Tu sì que vales”.
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Come si cura
Nonostante le possibilità di causare il decesso, il tumore alla milza è nella maggior parte dei casi (90%) curabile: lo stesso Magalli ha infatti chiarito di essere guarito dalla malattia grazie alla medicina, terapie durate ben sette mesi in cui non poteva alzarsi dal letto, e di non aver più alcun problema al riguardo. Chirurgia, radioterapia e chemioterapia sono le soluzioni dei dottori per estirpare il tumore dalla milza, così come anche le terapie a bersaglio molecolare o la “vigile attesa” nel caso in cui il linfoma sia per il momento da tenere sotto controllo per poi intervenire in seguito.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.