Tumore del fegato, la nuova scoperta che potrebbe permettere di capire fino a 5 anni prima se si è a rischio
Questo esame potrebbe permettere di capire fino a 5 anni prima se si è a rischio di contrarre il tumore al fegato. Le parole dei ricercatori.
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Tumore del fegato, la nuova scoperta che potrebbe permettere di capire fino a 5 anni prima se si è a rischio. I dettagli
Passi avanti della scienza nella lotta al cancro. Una nuova scoperta è stata effettuata in questi giorni dai ricercatori. Lucilla Crudele, prima autrice dello studio sostenuto da Fondazione Airc e pubblicato sul Journal of Hepatology Reports, ha spiegato come da un esame si può prevenire il tumore al fegato. Vediamo di seguito tutti i dettagli e di quale esame si tratta.
L'esame
L'esame del colesterolo potrebbe permettere di individuare il tumore al fegato fino a 5 anni prima. Un singolo biomarcatore ematico può quindi predire con largo anticipo la diagnosi di epatocarcinoma. Questo esame consentirebbe ai medici di identificare i soggetti a rischio. Una bassa concentrazione nel sangue del colesterolo “buono", in pazienti con fegato grasso, consente di capire fino a 5 anni prima se si è a rischio, come riporta ilmessaggero.it.
Le parole dei ricercatori e come riconoscere il tumore al fegato
La ricercatrice fa sepere che queste informazioni consentono di effettuare ecografie puntuali e ripetute, in maniera tale da dare al paziente indicazioni per modificare il proprio stile di vita, con l'obiettivo di ritornare a una condizione ottimale per proteggersi e ridurre il rischio di sviluppare il cancro. Il tumore al fegato più frequente nei soggetti tra i 55 e 75 anni è l'epatocarcinoma. In genere si sviluppa in persone già affette da cirrosi. Non ci sono sintomi, ma in genere si presenta in pazienti che hanno una condizione patologica di steatosi.
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Lo studio
I ricercatori sono stati coordinati dal professor Antonio Moschetta, presso l'Università Aldo Moro di Bari. Sono stati esaminati soggetti con fibrosi epatica, con un basso livello di colesterolo “buono". Moschetta, fa sapere che tra i pazienti che hanno poi sviluppato il cancro, è stato osservato un significativo aumento del girovita.
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