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Mercoledì 13 Novembre
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Un gruppo di scienziati ha scoperto la connessione tra il consumo di determinati alimenti e l’invecchiamento del cervello

I ricercatori hanno identificato due tipi distinti di invecchiamento cerebrale effettuando uno screening su 100 volontari tra 65 e 75 anni di età

Un gruppo di scienziati ha scoperto la connessione tra il consumo di determinati alimenti e l’invecchiamento del cervello
Alimentazione e invecchiamento del cervello, ecco la connessione - Foto Pixabay

Ancora una volta la dieta mediterranea si è rivelata essere quella più adatta per rallentare l’invecchiamento delle cellule cerebrali

Cercare di comprendere i processi biologici dell’invecchiamento può aiutare gli esseri umani a condurre una vita più lunga e a rimanere più sani anche in età meno giovane. Un nuovo studio scientifico ha collegato la velocità con cui il nostro cervello invecchia con i nutrienti presenti nella nostra dieta. I ricercatori dell’Università dell’Illinois e dell’Università del Nebraska-Lincoln hanno mappato le scansioni cerebrali rispetto all’apporto nutrizionale su 100 volontari di età compresa tra 65 e 75 anni, cercando connessioni tra determinate diete e un invecchiamento cerebrale più lento.

Come è stato condotto lo studio

Hanno identificato due tipi distinti di invecchiamento cerebrale. Si è scoperto che l’invecchiamento più lento è associato a un apporto di nutrienti tipici della dieta mediterranea, che studi precedenti hanno dimostrato essere una delle diete migliori in assoluto per gli esseri umani. “Abbiamo studiato biomarcatori nutrizionali specifici, come i profili degli acidi grassi, noti nella scienza della nutrizione per offrire potenzialmente benefici per la salute” è stato il commento del noto neuroscienziato Aron Barbey, dell’Università dell’Illinois. “Tutto questo è coerente con l’ampio corpus di ricerche sul campo che dimostrano gli effetti positivi sulla salute della dieta mediterranea, che enfatizza gli alimenti ricchi di questi nutrienti benefici.”

Gli alimenti benefici per il nostro cervello

Per effettuare questa ricerca, i ricercatori non si sono affidati ai partecipanti allo studio per riferire sulla loro dieta. Hanno analizzato campioni di sangue per cercare biomarcatori nutrizionali: solide prove scientifiche per ciò che questi individui anziani mangiavano e bevevano. Si è scoperto che gli acidi grassi, come quelli del pesce e dell’olio d’oliva, e gli antiossidanti come la vitamina E, presente negli spinaci e nelle mandorle, sono stati tra i biomarcatori benefici identificati, così come i carotenoidi, pigmenti vegetali presenti nelle carote e nella zucca che, come è stato precedentemente scoperto, riducono le infiammazione presenti nel nostro organismo e proteggono le cellule dai danni. Un altro biomarcatore benefico associato ad un invecchiamento più lento in questa ricerca è stata la colina, contenuta in alte concentrazioni nei tuorli d’uovo, nelle frattaglie e nella soia cruda.

La connessione tra nutrizione e salute

I ricercatori hanno valutato l’invecchiamento cerebrale attraverso sia scansioni cerebrali MRI che valutazioni cognitive. Questa coppia di approcci ha fornito un quadro dell’agilità mentale pratica insieme ai dettagli più sottili della configurazione dei neuroni. Sono ormai sempre più evidenti le prove che la nutrizione svolge un ruolo significativo nel modo in cui il cervello invecchia e ogni nuovo studio aiuta a fornire maggiori informazioni su come il nostro cervello è strettamente connesso a ogni altra parte e funzione del corpo. In futuro la stessa equipe di scienziati esaminerà gli studi clinici su un periodo di tempo significativo per vedere come la dieta e la nutrizione potrebbero influenzare l’invecchiamento cerebrale, anche per ridurre il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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