Si chiama Anopheles Stephency la zanzara asiatica che potrebbe mettere a soqquadro la salute dei popoli africani
Secondo quanto emerso da una ricerca scientifica presentata al meeting dell’American Society of Tropical Medicine and Hygiene di Seattle, alcune forme di epidemia di malaria che hanno colpito l’Etiopia nelle stagioni secche potrebbero essere state diffuse da una zanzara proveniente dall’Asia. La zanzara in questione è la Anopheles Stephency una specie invasiva che proviene dall’Asia orientale e che secondo gli esperti potrebbero rappresentare una serie minaccia per l’intera Africa.
Le caratteristiche di questa zanzara
In genere, le stagioni secche, vengono risparmiate dalle ondate dei contagi ma negli ultimi tempi si sono registrati in Etiopia diversi focolai di malaria all’interno delle zone rurali. Lo studio in questione ha attribuito proprio a questa zanzara la responsabilità della nuova epidemia. Si tratta, secondo gli esperti, di una zanzara comparsa nel continente africano circa 10 anni fa. È un insetto che ha abitudini diverse rispetto alle altre specie di zanzare, perché predilige l’acqua pulita e potabile delle condutture e delle cisterne cittadine, mentre gli altri insetti africani tendono a depositare le uova nelle zone umide e piene di fango proprio durante le stagioni piovose.
La scoperta degli scienziati
Il caso specie che ha destato sospetti tra i ricercatori è stato il focolaio osservato a Dire Dawa, una città dell’Etiopia orientale che è stata teatro di tantissimi casi di malaria all’inizio del 2022. I ricercatori hanno scoperto che le famiglie in cui sono stati registrati il maggior numero di casi di malaria, risiedono nelle zone dove queste zanzare si diffondono con maggior facilità. Tra l’altro la zanzara Anopheles Stephency sarebbe anche resistente agli insetticidi più utilizzati in Africa e per questo motivo potrebbe rappresentare una serie minaccia per il futuro. CONTINUA A LEGGERE..
I possibili rimedi
Per trovare una soluzione adatta occorrerà adottare nuove strategie e sperimentare nuovi insetticidi più efficaci, riducendo il più possibile le fonti d’acqua cielo aperto come i pozzi o le cisterne per impedire alle femmine di poter deporre le uova.
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