Continua a diffondersi in tutto il mondo l’epidemia da vaiolo delle scimmie: ecco la situazione legata al vaccino
Sono 92 i casi di vaiolo delle scimmie confermati dall’Oms nei 12 Stati membri (in Italia ammontano a 3) e 28 quelli sospetti. Il vaccino, unica arma contro il virus, è stato rimesso nuovamente in produzione, anche se in piccola scala. Attualmente il nostro Paese dispone di una scorta di 5 milioni di dosi e stavolta non lasciano cicatrici a differenza di quelli di vecchia generazione.
Vaccini contro il vaiolo: il ritorno
Nel 1980, l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) dichiarò il vaiolo definitivamente eradicato dal pianeta. Il virus, trasmesso per via aerea, si manifestava con eruzioni maculo-papulari e, successivamente, con pustole piene di liquido. Le vittime nel XX secolo furono 300-500 milioni. Da qualche giorno si parla di Monkeypox o vaiolo delle scimmie. In Italia sono stati isolati 3 casi ma dalle caratteristiche differenti dalla precedente epidemia perché meno contagiosa e meno grave. Non esistono attualmente vaccini specifici contro il virus, ma gli esperti assicurano che quello contro il vaiolo umano ha la medesima efficacia.
Quante dosi di vaccino sono disponibili in Italia attualmente?
Il dato è scaturito dopo aver osservato i risultati su soggetti vaccinati in Africa: il siero ha dimostrato una protezione pari all’85%. L’unico dubbio da chiarire, come ha ben specificato l’immunologo dell’università di Modena e Reggio Emilia, Andrea Cossarizza, riguarda l’efficiacia anche su persone con deficit immunitari, fragili e molto anziane. Allo stato attuale, l’Italia dispone di ben 5 milioni di dosi di vaccino contro il vaiolo. Il siero di terza generazione, studiato sulla base di quelli usati fino al 1981, non ha effetti collaterali particolari e non lascia cicatrici (peraltro accettate all’epoca perché il dramma del vaiolo era molto vivo). CONTINUA A LEGGERE….
Come va somministrato
Va somministrato in due dosi a distanza di 28 giorni, mentre se il soggetto ha già ricevuto quello contro il vaiolo umano necessita di una sola dose. Al momento, solo la Gran Bretagna consiglia la somministrazione ai parenti stretti dei pazienti positivi e agli operatori sanitari che li hanno curati. La non assoluta pericolosità del virus, quindi, non richiede una vaccinazione di massa, almeno fin quando non ci sarà la necessità.
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