Vaccini Pfizer e Moderna, immunità per anni? Lo studio
Che i vaccini riescano a garantire una certa protezione contro il Coronavirus, o almeno contro i sintomi della malattia, è ormai assodato; quanto duri questa immunità, però, non è ancora certo. Nuovi studi provano a rispondere proprio a questa domanda. La protezione prodotta dai vaccini a mRna, ovvero Pfizer e Moderna, potrebbe funzionare per un tempo molto lungo: è quanto afferma uno studio della Washington University di Saint Louis pubblicato sulla rivista Nature. Leggi anche Coronavirus, nuovi lockdown a causa della variante Delta? Pregliasco: “Temo di sì”
Non ci sarà bisogno di richiami?
Secondo quanto emerso dallo studio, riportato dal New York Times, i vaccini Pfizer e Moderna potrebbero proteggersi addirittura per anni dal Coronavirus. Questo studio, che si aggiunge ad altre indagini in merito, lasciano pensare che dopo l’estate potrebbe non esserci bisogno di ulteriori richiami (necessarie qualora il virus e le sue varianti dovessero mutare radicalmente rispetto alle forme attuali). Leggi anche Coronavirus, l’ipotesi del vice Ministro Sileri: “Il Green Pass solo dopo due dosi di vaccino”
Lunga immunità per i guariti e vaccinati
In particolare, secondo i ricercatori, nelle persone che hanno contratto il Coronavirus le cellule immunitarie che riconoscono il virus rimangono nel midollo osseo per almeno otto mesi dopo l’infezione; per questo motivo, come riporta Leggo.it, nelle persone infettate e poi vaccinate l’immunità potrebbe durare anno o addirittura per sempre. Non è chiaro, però, se la vaccinazione da sola possa avere un effetto altrettanto duraturo. Lo studio non ha valutato il vaccino a vettore virale prodotto da Johnson & Johnson, che secondo i ricercatori potrebbe proteggere meno a lungo rispetto a quelli a Rna messaggero. Leggi anche Coronavirus, 850 positivi e 3000 in quarantena dopo mega festa: ecco cosa è successo e dove
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AstraZeneca, intervallo lungo per il richiamo può dare immunità più forte
Un altro studio, effettuato dall’Università di Oxford e che sarà presto pubblicato su Lancet, si è invece concentrato sul vaccino AstraZeneca, i cui livelli di anticorpi rimangono elevati per almeno un anno dopo una singola dose. In particolare, si è osservato un aumento fino a 18 volte della risposta anticorpale con un intervallo tra prima e seconda dose fino a 45 settimane (risultato misurato dopo 28 giorni dal richiamo); con un intervallo di dosaggio di 45 settimane tra prima e seconda dose, invece, i titoli anticorpali erano quattro volte superiori rispetto a un intervallo di 12 settimane: è la dimostrazione del fatto, come riporta Adnkronos.com, che un periodo tra prima dose e richiamo più lungo non è dannoso ma può dare un’immunità più forte.
Terza dose efficace contro le varianti
La terza dose del vaccino AstraZeneca somministrata almeno 6 mesi dopo la seconda ha aumentato di sei volte i livelli corporali; una terza dose ha anche determinato una maggiore attività neutralizzante contro le varianti Alfa, Beta e Delta. “Dimostrare che il nostro vaccino genera una risposta immunitaria robusta e duratura è importante per dare fiducia in una protezione a lungo termine”, ha dichiarato il vicepresidente esecutivo Ricerca e sviluppo biofarmaceutici di AstraZeneca.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.