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Vaccini Pfizer e Moderna, secondo uno studio sarebbero meno efficaci sulle persone immunodepresse

Una ricerca scientifica americana ha dimostrato come la protezione vaccinale per i più fragili è ampiamente ridotta

Vaccini Pfizer e Moderna, secondo uno studio sarebbero meno efficaci sulle persone immunodepresse
Coronavirus, vaccini - Foto Pixabay

Ecco i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Morbidity and Mortality Weekly Report

Un nuovo studio scientifico pubblicato sulla rivista Morbidity and Mortality Weekly Report dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha confermato il sospetto che la comunità scientifica covava da tempo e cioè che i vaccini Pfizer e Moderna sono meno efficace tra i soggetti immunodepressi. La ricerca in questione è stata condotta su oltre 20 mila persone residenti in nove stati americani diversi. Un campione statistico imponente e attendibile. Da leggere anche Green Pass, attenzione all’app pirata: il garante per la privacy lancia l’allarme

Come è stato condotto lo studio

A partecipare a questo studio che si è svolto tra Gennaio e settembre 2021, sono stati individui con un sistema immunitario indebolito. Ben 10.564 persone erano completamente vaccinate. Questi dati sono stati confrontati con 69.116 adulti con sistema immunitario normale, 29.456 dei quali erano completamente vaccinati. I ricercatori hanno scoperto che l’efficacia dei vaccini mRNA contro i casi confermati in laboratorio di COVID-19 era del 77% nei pazienti immunodepressi, rispetto all’efficacia del 90% per quelli con un sistema immunitario normale.

Cosa si è scoperto

La ricerca in questione ha evidenziato come non tutte le persone immunodepresse abbiano raggiunto un’efficacia del 77%. I ricercatori, alla luce dei risultati dei loro test, hanno obiettato che “l’efficacia del vaccino variava considerevolmente tra i sottogruppi di pazienti immunodepressi”. In particolare, le persone che avevano avuto trapianti di organi o di cellule staminali avevano maggiori probabilità di avere un’efficacia del 59%, mentre coloro che avevano un disturbo reumatico o infiammatorio come l’artrite reumatoide hanno visto l’efficacia crescere fino all’81%. CONTINUA A LEGGERE…

La protezione vaccinale per gli immunodepressi non è mai ottimale

Si tratta di risultati che comunque non sorprendono la comunità scientifica. Gli stessi autori della ricerca hanno evidenziato come “le persone immunodepresse sono abituate al fatto che i vaccini, che stimolano il sistema immunitario, non sono efficaci su di loro come nei soggetti che possono vantare un sistema immunitario più robusto. Pertanto la loro protezione offerta dai vaccini non è da considerare ottimale, come ha ammesso lo stesso Thomas Russo, M.D., professore e direttire del reparto malattie infettive presso l’Università di Buffalo a New York. La persona immunodepressa, per definitizione, ha un sistema immunitario indebolito. Fra questi vi sono anche persone che hanno contratto l’HIV/AIDS, persone affette da cancro, persone che hanno subito trapianti di organi, persone che assumono farmaci immunosoppressivi e pazienti che hanno ereditato malattie che hanno un impatto sul loro sistema immunitario.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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