Fa discutere la proposta giunta da alcuni esponenti delle istituzioni sulla Dad per gli studenti non vaccinati
Si può davvero negare il diritto allo studio e alle lezioni in presenza ai ragazzi che non sono vaccinati contro il Covid? Questa è la domanda che in queste ore si stanno facendo molti genitori e tanti insegnanti di tutta Italia dopo la proposta quantomeno discutibile che è giunta da alcuni rappresentanti delle istituzioni fra i quali anche l’assessore regionale alla Sanità della regione Emilia Romagna, Raffaele Donini. Il timore è che la scuola possa ancora diventare un volano di diffusione della nuova variante Delta che in autunno rischia di imperversare anche in Italia mettendo a rischio la vita dei soggetti più fragili. Da leggere anche Vaccino, via libera alla terza dose per contrastare la variante delta
Le criticità di questa proposta
Due considerazioni di fondo rendono queste eventuali limitazioni molto opinabili. La prima è che il Covid ha colpito molto marginalmente i giovani, basti pensare che la mortalità del virus è di 3 vittime ogni milione di residenti in Italia appartenenti alla fascia di età da zero a 19 anni. La seconda è che la vaccinazione a settembre dovrebbe aver coperto quasi per intero la fascia di popolazione a rischio che quindi dovrebbe essere protetta anche nei confronti della variante. I dati provenienti dal Regno Unito dimostrano che anche i vaccinati possono essere contagiati e contagiosi con la variante Delta. Ecco perchè la vaccinazione non costituisce in assoluto un baluardo ineludibile per le nuove mutazioni.
La posizione di Cisl Scuola
In una intervista concessa all’Adnkronos da Maddalena Gissi, segretario nazionale della Cisl Scuola, la stessa sindacalista ha ribadito le difficoltà logistiche legate ad un’eventuale negazione del diritto allo studio, tenendo conto che in Italia non vi è alcun obbligo vaccinale. “Credo siano interpretazioni estreme – ha dichiarato la Gissi – che però vanno coniugate con il buon senso. Farei una valutazione solo lì dove ci dovesse essere un’azione formalizzata da parte degli organi competenti”. CONTINUA A LEGGERE..
La Uil scuola contro le discriminazioni
Secondo Maddalena Gissi, è vero che il diritto allo studio non debba essere negato a nessuno ma dovrebbe essere “coniugato con il diritto alla salute. Se ci sono problemi di nuovi varianti e cluster, sicuramente gli organi competenti dovranno garantire che la pandemia non si diffonda ulteriormente”. La dad potrebbe diventare la soluzione giusta per evitare ulteriori contagi attraverso le scuole. Meno sfumata e più netta la presa di posizione del segretario di Uil Scuola, Pino Turi, che ha evidenziato come il vaccino debba essere considerato come “elemento aggiuntivo ma non sostitutivo” ritenendo ogni forma di discriminazione assolutamente “inaccettabile”. “La scuola serve per eliminare le discriminazioni e non per crearle”.
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