Si tratta di una sottovariante di Omicron che in queste ore sta preoccupando il mondo della scienza
Si chiama Bythos ed è la nuova variante del Sars-CoV-2 derivante da Omicron. Una variante che sta calamitando, in queste ore, l’interesse degli scienziati che ne stanno studiando le mutazioni e la pericolosità per gli esseri umani, soprattutto per i più fragili. E’ stata la stessa Oms a porre sotto la propria lente di ingrandimenti la sottovariante under monitoring (sotto monitoraggio). Ancora non si hanno notizie esaustive in merito sulla reale contagiosità e sugli effetti sul nostro organismo.
La prima volta è stata registrata in Australia
La prima volta che questa variante venne rilevata era il 27 luglio, in Australia. Secondo quando hanno rivelato gli esperti, fino a febbraio 2023 Bythos rappresentava circa il 12% delle sequenze registrate in Australia. La presenza di questa variante è stata anche diagnosticata in alcuni paesi europei come Danimarca e Svezia, ma altri casi sono stati registrati negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Non è facile dire oggi se questa variante è in grado di causare sintomi molto più gravi rispetto alla variante Omicron, per questo motivo l’Oms sta valutando la situazione con estrema cautela.
I dati dell’Oms
Secondo un recente bollettino emesso dall’Oms, sarebbero 60mila le sequenze registrate tra il 30 gennaio e il 28 febbraio scorso. I ceppi combinati di Omicron, da cui deriva Bythos, rappresentano il 41,8% del totale, mentre solo l’1,2% per Bythos. Si tratta di numeri che al momento non destano grande preoccupazione, anche se il futuro non si può prevedere. I casi di soggetti contagiati con la variante Bythos sono 31 nel nostro paese. CONTINUA A LEGGERE…
La difficoltà di trovare terapie efficaci
L’allerta per questa nuova variante Covid è massima anche se, dai primi dati che sono stati rilevati, non esisterebbe alcuna differenza nella gravità della malattia e nelle manifestazioni cliniche rispetto ad Omicron. Una delle cose che preoccupa gli scienziati è che gli antivirali contro Covid-19 non sono più efficaci contro molteplici sottovarianti di Omicron e questa circostanza può rappresentare un problema nella ricerca di terapie efficaci.
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