I virologi sono sempre più preoccupati a causa del dilagare delle varianti
Il sistema di suddivisione dell’Italia in aree a rischio differenziato potrebbe essere, a breve, suscettibile di variazioni importanti. A determinare questa eventualità la diffusione della variante Covid proveniente dalla Gran Bretagna, ormai nota a tutti per il suo elevato tasso di contagiosità. Tale mutazione potrebbe prendere il sopravvento nell’arco di poche settimane, ma si trova già in posizione di netto predomino sulle altre in circolazione. A fronte di una curva epidemiologica che non accenna a calare, il professor Fabrizio Pregliasco mette sull’avviso addetti ai lavori e popolazione, in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Messaggero“. Da leggere anche Coronavirus, firmata un’ordinanza da Zingaretti: istituita nuova zona rossa nel Lazio.
VARIANTE COVID, UNA REGOLAMENTAZIONE DA REVISIONARE?
Al momento, la situazione tende alla stabilità in tutte le regioni, ma con alcuni valori in rapida crescita, fra cui il tanto temuto Rt. La presenza di mutazioni in circolo ha portato diverse amministrazioni locali alla chiusura dei confini nelle zone più a rischio. Il motivo è da ricercare in un aumento di contagi dovuto ai nuovi ceppi virali: Chiusi in Toscana e Pescara in Abruzzo sono soltanto alcuni esempi di confinamento più restrittivi. Da ricordare, inoltre, il peso dei parametri critici in grado di condurre a una “retrocessione” di colore e, di conseguenza, a una modifica delle norme da rispettare. Uno scenario in cui è facile ritrovarsi, ma dal quale è più difficile riprendersi, con un forte impatto negativo sull’economia e sulla gestione quotidiana delle attività.
COVID, ITALIA E PAESI VICINI: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Confrontando i dati in possesso con quelli di altre nazioni europee, nel Bel Paese il sistema a colori funziona meglio. Per stessa ammissione di Pregliasco, la rapidità con cui la malattia si diffonde rappresenta un trend in diminuzione: tutto ciò nonostante la difficile situazione pre e post-natalizia. Le misure messe in atto in quel periodo, mirate a contenere la pandemia e a tenere sotto controllo il quadro complessivo, hanno sortito soltanto un effetto parziale rispetto a quello auspicato.
LE REALI PREOCCUPAZIONI DEL DOTTOR PREGLIASCO
Nelle scorse settimane, la diagnosi su 1/5 dei test di screening è legata alla mutazione inglese, controllabile con buoni risultati tramite i vaccini. Il vero problema è, piuttosto, relativo ad un coinvolgimento di massa, con il rischio di dare un seguito a quanto è accaduto nel Regno Unito negli ultimi mesi. Contrariamente al ceppo di partenza, l’aumento dei contagi non risparmia le fasce di età infantile e pre-puberale, fra le più colpite dalla variante britannica. Da qui l’invito ad intensificare le campagne di immunizzazione ad ampio raggio, per una tutela della salute a livello globale.
Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.