Variante Covid R1, ecco la nuova variante sequenziata in Giappone che preoccupa gli scienziati
Gli scienziati stanno studiando, in questi ultimi giorni, la nuova variante R.1 del coronavirus. La mutazione è stata sequenziata per la prima volta in Giappone, ma si è diffusa anche negli Stati Uniti. Le cronache hanno narrato quanto accaduto in una casa di cura per anziani nel Kentucky, ha infettato 45 tra residenti e personale sanitario. La variante R.1 ha sviluppato caratteristiche che la rendono più contagiosa, perciò tra gli esperti cresce la preoccupazione anche circa la validità dei vaccini nei confronti di questa nuova mutazione. Da leggere anche Covid, la Pfizer sperimenta la pillola anti-virale: ecco come funzionerà
La variante.1, il risultato di 5 mutazioni che potrebbero rendere il virus ancora più pericoloso
I dati scientifici che risalgono allo scorso 22 settembre, confermano che la variante R.1 è stata individuata in 35 Paesi e accertata in 10.567 casi. Si tratta di numeri ancora bassi, ma i mesi di pandemia hanno reso evidente quanto sia importante lo studio e la prevenzione in questo ambito. Ciò che preoccupa gli scienziati è la potenziale capacità dell’R.1 di diffondersi anche tra i soggetti immunizzati. Il professor William A. Haseltine, che ha lavorato presso la Harvard Medical School, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla rivista on line Forbes.com per spiegare le ragioni scientifiche dell’allarme.
Ancora ignote alcune caratteristiche della nuova variante
La variante R.1, secondo quanto asserito dagli scienziati, sarebbe il risultato di 5 mutazioni, in particolare anche di quella denominata W152L che potrebbe essere responsabile di una trasmissione anche tra i soggetti immunizzati, quindi tra i vaccinati e i guariti dal Covid. La mutazione W152L è stata registrata per la prima volta in India dove è stata classificata come una sottovariante della più nota, Delta, ma la R.1 è una combinazione di evoluzioni del virus che ancora deve essere analizzata. In questa fase gli scienziati stanno studiando la capacità di trasmissione, replicazione e di soppressione della risposta immunitaria nell’R.1 e pertanto l’attenzione in tutto il mondo resta alta. CONTINUA A LEGGERE..
Lo studio dell’OMS e lo sviluppo delle varianti
La pandemia ha reso evidenti i punti di debolezza dei sistemi sanitari dei diversi Paesi, ma ha anche potenziato gli scambi scientifici. La rete mondiale dell’informazione farmaceutica e medica infatti ha rivelato la sua validità nella produzione dei vaccini e anche nella conoscenza e nello studio del virus e delle sue mutazioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità continua a monitorare la situazione pandemica con grande attenzione e ha diffuso alcuni dati confortanti circa la pericolosità di alcune mutazione che sono state rilevate negli ultimi mesi. Si tratta delle mutazioni denominate con le lettere greche Eta, Iota e Kappa che sono state declassate dalla scala di attenzione da VOI – Variant of Interest – a VUM – Variant under Monitoring. Il monitoraggio del virus pertanto continua, mentre si studiano strategie per una campagna di vaccinazione mondiale per ridurre la circolazione del SARS-CoV-2 ed evitare che diventi sempre più aggressivo e pericoloso.
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