Lo scienziato Antonio Cascio ha illustrato i sintomi della variante Eris e come fare per riconoscerla
La variante Eris, ultima mutazione del Covid, si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese: il ceppo virologico EG.5.1, che ha le caratteristiche per diventare dominante come la sua “antenata” Omicron, ha già contagiato migliaia di persone costringendole ad avere a che fare con un anticipo di autunno-inverno, data la tipologia di sintomi che presenta. E a proposito di questo, ecco quali sono i campanelli d’allarme tipici di Eris come spiegato dall’infettivologo Antonio Cascio ad Insanitas.it.
La variante Eris
“Sicuramente i casi di Covid stanno aumentando – ha fatto sapere lo scienziato – anche se il dato è leggermente falsato dal fatto che è aumentato il numero dei tamponi. Eris e le altre varianti che circolano (Pirola ndr) non sono più pericolose di quelle che circolavano prima, sono però più contagiose e soprattutto rispondono meno alla risposta immunitaria elicitata dalle pregresse vaccinazioni e dalle pregresse infezioni sia sintomatiche che asintomatiche”. In sostanza Eris sarebbe in grado di “bucare” il vaccino anti Covid (anche se non è pericolosa come le prime forme del virus) e manifestarsi attraverso dei sintomi che, appunto, indurrebbero la persona infettata a rimanere in casa per evitare di contagiare gli altri.
I sintomi
“I sintomi fondamentalmente sono sempre gli stessi – ha proseguito – cioè febbre, mal di gola, naso che cola, dolore muscolare e mal di testa- e riguardano le vie respiratorie superiori. Purtroppo ci sono persone che hanno altre patologie e in questi soggetti possono confondersi con i sintomi di base e l’infezione se non riconosciuta in tempo può aggravarsi“. L’unico modo per scoprire al 100% se si è stati infettati da Eris è sottoporsi al tampone, in caso di esito positivo “la miglior terapia che al momento può essere prescritta per i casi di Covid da non ospedalizzare è il Paxlovid (compresse da assumere al proprio domicilio) e, nei casi in cui tale farmaco non può essere prescritto a causa delle interazioni farmacologiche, il sotrovimab cioè un anticorpo monoclonale da somministrare con una fleboclisi in ambiente ospedaliero. Assolutamente no agli antibiotici“.
La variante Pirola
La mutazione BA.2.86, definita Pirola, è l’altro tipo di variante generato da Omicron: meno diffusa rispetto ad Eris, essa però non va sottovalutata perché ha una capacità mutativa più alta (il che le permetterebbe di aggirare i vaccini) e sintomi più intensi come febbre alta, raffreddore forte e perdita del gusto e dell’olfatto. Si raccomanda quindi prudenza se si accusa qualcuno dei sintomi sopracitati, in modo da “spezzare”la catena di contagi.
Giornalista pubblicista dal 2013, esperto e specializzato in calcio e altri sport ma anche spettacoli tv, attualità, cronaca e salute.