Variante JN.1 dominante in Italia, adesso spuntano due nuovi sintomi. Ecco quali sono

I nuovi sintomi caratteristici di JN.1, la nuova variante del Covid: tutti i dettagli e cosa è cambiato

Il Covid continua ad affliggere il nostro Paese (e non solo) e il numero di positivi in Italia è di nuovo alto: JN.1, “figlia” di Omicron, è diventata la variante dominante e sta contagiando migliaia di persone costringendole al letto. I sintomi del “new Covid”, come tutti sapranno, sono molto simili a quelli dell’influenza ma sono spuntati due nuovi disturbi caratteristici di JN.1… ecco quali sono, come evidenziato da uno studio del Winter Coronavirus Infection Study (Winter CIS).

I nuovi sintomi

I sintomi più comuni di contagio da JN.1 sono naso che cola e starnuti, tosse, debolezza e stanchezza, dolori muscolari, mal di gola e mal di testa (quest’ultimo generalmente distingue il Covid dall’influenza stagionale). Dal rapporto della ricerca britannica però sono emersi anche problemi come sonno disturbato e ansia, condizioni che riguardano la sfera psicologica del paziente e che quindi rappresentano un’assoluta novità in ambito Covid. Difficoltà a dormire e stato di preoccupazione, stando ai dati raccolti dall’ente inglese, sono presenti rispettivamente nel 10,8% e nel 10,5% di positività ad JN.1.

I sintomi che stanno sparendo

Al contrario alcuni sintomi tipici delle prime forme di questo coronavirus stanno via via sparendo: perdita di gusto e olfatto, diarrea, la stessa febbre alta, mancanza di fiato, malumore, respiro sibilante e disturbi intestinali sono sempre più rari tra i positivi. Ancor meno comuni, di conseguenza, i ricoverati in ospedale e i morti per Covid.

Come riconoscere il Covid dall’influenza

Detto delle differenze tra le tre varianti Covid “più in voga del momento” c’è un solo modo, in via ufficiale, per capire se siamo stati colti dall’influenza o dal Covid: sottoporsi al tampone, sia in farmacia con il test fai da te. Nel caso in cui si risulti positivi al tampone è bene rimanere in casa, seguire la terapia farmacologica prescritta dal medico di fiducia e attendere la fine dei sintomi (di solito ci si negativizza nel giro di 7-10 giorni)