Verdura velenosa, preoccupazione anche in un'altra Regione. Un intossicato in gravi condizioni

Si continua a indagare sulla verdura velenosa venduta in provincia di Napoli: dieci persone intossicate, una in gravi condizioni. Alcuni lotti distribuiti anche in un'altra Regione

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Verdura velenosa, dieci intossicati in provincia di Napoli: una è in gravi condizioni

Ha suscitato particolare clamore, nella giornata di ieri, la notizia delle persone intossicate in provincia di Napoli dopo aver ingerito la mandragora. Simile agli spinaci e alle biete, questa pianta è particolarmente tossica. Dieci, come si legge su Ansa.it, le persone intossicate a Pozzuoli, una delle quali in prognosi riservata. I carabinieri sono al lavoro per fare luce sull'accaduto: è stata immediatamente aperta un'indagine in merito.

Dove sono stati distribuiti i lotti incriminati

Molto probabilmente la mandragora è finita al centro di altre verdure sfuse come gli spinaci, finendo per essere mangiata dagli ignari cittadini. C'è il timore che la verdura tossica possa raggiungere anche altre aree: alcuni lotti sono stati infatti distribuiti da società di Forio d'Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio (Salerno), ma anche di Avezzano, in provincia dell'Aquila, in Abruzzo.

Individuati i lotti contaminati, ma alcuni potrebbero essere stati già venduti

Come reso noto dal Comune di Napoli, “risulta individuato il vettore che ha regolarmente acquistato, da un produttore abruzzese, dei bancali di spinaci, a quanto pare contaminati dalla mandragora". Le autorità competenti stanno lavorando per individuare la verdura presente anche in altri punti vendita: le Asl territorialmente hanno sottoposto l'alimento a blocco ufficiale per effettuare campionamenti e analisi, ma non si esclude che possa essere stata già venduta.


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Come riconoscere la mandragora

La mandragora, largamente presente nell'area del Mediterraneo, è una pianta potenzialmente pericolosa in tutte le sue parti a causa della presenza di sostanze dalle proprietà allucinogene. Non si tratta, quello in provincia di Napoli, del primo avvelenamento accidentale per la sua grande somiglianza con altre piante commestibili. Questa pianta si distingue dalle altre per il picciolo, che è tipicamente liscio; per la conformazione della foglia, stretta e allungata con un finale a punto; per l'odore, che non è per nulla gradevole. L'intossicazione si cura con la Fisostigmina per via endovenosa, ovviamente da somministrare in ospedale, o con la lavanda gastrica.

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Biagio Romano

Classe '93, napoletano di nascita, interista di fede. Scrivo sul web da quando avevo 16 anni: prima per hobby, poi per lavoro. Curioso di natura, amo le sfide (soprattutto vincerle). Mi affascinano il mondo dell'informazione e quello della comunicazione.