Virus, nuova allerta dei ricercatori, ne potrebbero arrivare 15mila entro il 2070
I cambiamenti climatici potrebbero provocare la formazione di nuovi virus, ne potrebbero arrivare nuovi 15mila entro il 2070. Studio pubblicato su Nature.
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Virus, nuova allerta dei ricercatori, ne potrebbero arrivare 15mila entro il 2070. I dettagli
Il cambiamento climatico aumenta il rischio di nuovi virus. Lo spiega una nuova ricerca condotta dai biologi della Georgetown University. Il rischio riguarda soprattutto le regioni tropicali. Il surriscaldamento quindi potrebbe alimentare nuove generazioni di virus che potrebbero potenzialmente veicolare malattie mai viste prima. La stima è di almeno 15.000 nuovi virus entro il 2070. Al momento sono circa 10.000 quelli che potrebbero nascere da contagi incrociati fra specie diverse, come riporta Repubblica.it.
Ricerca pubblicata su Nature
La ricerca scientifica è stata pubblica sulla rivista Nature. Lo studio è stato coordinato dal biologo Colin Carlson, della Georgetown University. Secondo i ricercatori ci sarebbe la necessità di combinare la sorveglianza virologica con la valutazione dei cambiamenti che avvengono nelle nuove aree in cui molte specie potranno spostarsi a causa dei cambiamenti climatici. Questo si verificherà soprattutto nelle regioni tropicali, nelle quali si generano la maggior parte delle malattie infettive.
I nuovi scenari
I ricercatori hanno considerato il modo in cui le aree geografiche attualmente popolate da 3.870 specie di mammiferi potrebbero cambiare in relazione a diversi scenari da qui al 2070, in caso di un aumento della temperaura globale inferiore a 2 gradi. Hanno applicato poi un modello relativo alla trasmissione fra specie a un sottoinsieme di 3.139 animali, con la previsione sulle opportunità future di scambi di virus.
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Le zone più a rischio
Le occasioni di scambi sono possibili ovunque nel mondo, ma sono particolarmente concentrate nelle aree più popolate dagli esseri umani, come l'Africa tropicale e il Sud-Est asiatico. I protagonisti di queste contaminazioni potrebbero essere i pipistrelli, secondo i ricercatori.
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