Ecco cos’è il virus sinciziale che colpisce i bambini nei mesi invernali e perchè è così temuto
L’infezione da virus respiratorio sinciziale (VRS) colpisce in particolare i bambini soprattutto nei mesi invernali, ma quest’anno si sta diffondendo in anticipo e appare più aggressivo, molti ospedali infatti registrano già diversi casi di ricovero. Il virus infiamma le vie respiratorie inferiori e superiori e può degenerare in bronchiolite e polmonite con notevole rischio per i nati prematuri, i lattanti e i bambini più fragili. Da leggere anche Il Green Pass non decolla: la strategia per accelarare le vaccinazioni è un flop
Picco di contagi di VRS nel Paese
Paola Giordano, direttrice dell’Unità operativa complessa di Pediatria al Giovanni XXIII di Bari rileva già un picco di contagi. L’ospedale, infatti ha dovuto sospendere i ricoveri programmati per fare fronte all’emergenza, ma il nosocomio di Bari non è l’unico a registrare un aumento di casi. Il virus si sta propagando in tutto il Paese molto rapidamente. A Padova ci sono 16 bambini ricoverati in Pediatria di cui 4 intubati, mentre l’Ospedale Pediatrico Santobono di Napoli segnala 20 piccoli pazienti. All’Ospedale Vittore Buzzi di Milano sono già 5 i bambini sotto stretta osservazione medica.
L’igiene e il distanziamento sono gli strumenti più efficaci per evitare la diffusione del virus
Lo scorso anno gli ospedali hanno gestito un numero ridotto di casi di VRS poiché il virus è circolato poco a causa delle misure anti-Covid come il lockdown e del distanziamento sociale. Quest’autunno però il virus sinciziale si sta diffondendo più rapidamente e la naturale promiscuità dei più piccoli potrebbe mettere in difficoltà il sistema sanitario. L’infezione generalmente si contrae nei primi due anni di vita e non rende completamente immuni, pertanto si può ripresentare anche successivamente, ma con una sintomatologia più lieve. La malattia presenta un’infiammazione dell’apparato respiratorio superiore e inferiore accompagnata da febbre e congestione nasale. In alcuni casi degenera in bronchiolite e polmonite e di norma non necessita di ricovero, anche se nei soggetti più fragili può richiedere cure ospedaliere. CONTINUA A LEGGERE..
Siamo di fronte ad una situazione anomala
Luigi Orfeo, direttore della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma, ha riunito i responsabili delle Unità di Neonatologia della Regione per predisporre misure adeguate a contrastare l’aumento di casi. Al Policlinico Umberto I di Roma, infatti ci sono 10 ricoverati. La situazione è anomala, ma attualmente è sotto controllo. I medici segnalano che, per proteggersi dal virus, è importante rispettare l’ordinaria igiene quotidiana accurata e corretta, lavare spesso le mani ed evitare un contatto stretto con i bambini malati. La ricerca scientifica non ha ancora sviluppato un vaccino, ma per i bambini più a rischio, i medici possono prescrivere un’iniezione mensile di palivizumab, un anticorpo monoclonale che può ridurre le complicanze gravi.
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