Il colpa di coda dell’influenza ha messo ko tanti italiani nelle ultime settimane: il parere dei medici
Il mese di marzo si sta rivelando davvero molto intenso sotto il profilo delle malattie respiratorie e intestinali. Soprattutto in questi primi giorni del nuovo mese si sono registrati un numero di casi molto al di sopra della media del periodo. Probabilmente la causa di tutto ciò, come hanno riferito gli esperti, potrebbe essere attribuito ai continui sbalzi termini che stanno caratterizzando questo inverno bizzarro in cui cicloni e anticicloni si susseguono a ritmi vertiginosi.
L’opinione degli esperti
“Marzo è un mese difficile per le malattie respiratorie e intestinali” ha spiegato in una intervista, Pierluigi Bartoletti, vice segretaroio della Federazione italiana medici di medicina generale (FIMMG). Nel suo intervento pubblicato sul sito dell’AdnKronos, l’esperto ha detto che marzo “è iniziato con sbalzi di temperature, passaggi dall’asciutto al bagnato, insomma non l’avvisaglia della primavera. Negli ambulatori dei colleghi si vedono tanti casi di virus intestinali che provocano nausea, vomito e diarrea, anche forte soprattutto nella popolazione lavorativa, 30-50enni!.
Il Covid è il grande assente
Nel mese di marzo si sono registrati anche molti casi di polmonite virale, mentre il Covid sembra del tutto sparito dalla circolazione, come ha avuto modo di confermare lo stesso professor Bartoletti. Adesso l’attenzione è concentrata sull’influenza B che, come ha chiarito lo stesso esperto, “colpisce proprio tra marzo e aprile i bambini e i ragazzi”. Il rimedio giusto per prevenire queste forme influenzali è quello di reidratarsi, mangiare il giusto senza eccedere in grassi e proteine animali e lavarsi spesso le mani evitando anche di frequentare luoghi particolarmente affollati.
I dati sull’andamento dell’influenza
Intanto sono incoraggianti i dati diffusi nei bollettini di sorveglianza RespiVirNet, secondo i quali, nella settima settimana del 2024 l’incidenza delle sindromi simil-influenzali (ILI) è scesa in modo sensibile con soli 6,7 casi per mille assistiti (8,1 nella settimana precedente. E’ scesa anche la proporzione dei campioni positivi ad influenza sul totale dei campioni analizzati (7,6% vs 10,8%). Nel corso della settima settimana i casi di sindrome similinfluenzale sono stati 395.000, per un totale di circa 11.448.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza.
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