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Zona gialla, ecco quali sono le regioni che rischiano di più le nuove restrizioni

I dati in crescita sulle terapie intensive potrebbero indurre il Comitato Tecnico Scientifico ad istituire nuove zone gialle nel prossimo weekend

Zona gialla, ecco quali sono le regioni che rischiano di più le nuove restrizioni
Franco Locatelli e Roberto Speranza. Fonte foto: ANSA/CLAUDIO PERI - POOL

Cosa comporta l’ingresso in zona gialla e quali sono le regioni che rischiano di più

La diffusione del Covid, come ormai noto, è ripresa con grande vigore nelle ultime settimane destando preoccupazione fra gli operatori sanitari, i membri dell’Esecutivo ed i cittadini tutti. Alla luce dell’inequivocabile colpo di coda del COVID-19, sono già scattate le prime misure contenitive che, per il momento, trovano ambito applicativo in base alle disposizioni già emanate nei mesi scorsi. Il primo elemento da considerare è che da lunedì 29 novembre il Friuli Venezia Giulia è ufficialmente entrato in zona gialla, con la conseguente applicazione delle misure restrittive insite nel cambiamento di colore.

I parametri di valutazione

Ricordiamo, a tal proposito, che l’ingresso in zona gialla è automatico nel caso in cui dovesse verificarsi una di queste tre condizioni:

  •  l’incidenza di nuovi positivi eccede i 50 ogni 100.000 abitanti;
  • il tasso di occupazione delle terapie intensive supera il 10%;
  • il tasso di occupazione dei reparti ospedalieri ordinari supera il 15%.

Il quadro epidemiologico generale nel nostro Paese appare in continua evoluzione e viene strettamente monitorato dalle autorità preposte. Uno dei dati più preoccupanti, al momento, è l’incremento significativo dei pazienti ricoverati nei reparti ordinari che fa temere un probabile ricorso a nuove misure contenitive.

Qual è la situazione dei nosocomi italiani?

Secondo quanto pubblicato da Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), la media nazionale è intorno al 9% e, quindi, ancora al di sotto della soglia limite del 15%, ma sono ben tre le regioni italiani che avrebbero già valicato tale soglia. In altre sette regioni, inoltre, l’incremento del tasso di occupazione dei reparti ordinari sarebbe assai significativo e tale da indurre preoccupazione in seno alla comunità scientifica. Oltre al Friuli Venezia Giulia, con un tasso attuale di occupazione dei posti letto ospedalieri al 22%, anche la Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Bolzano hanno un dato oltre soglia massima (per entrambi il tasso di occupazione è al 18%). La Campania (al 9%) appare ancora in media, mentre il Veneto e la Provincia Autonoma di Trento sarebbero appena un gradino sotto con un 8%. CONTINUA A LEGGERE…

Il dato sulle terapie intensive

Volendo considerare, invece, il parametro di occupazione delle terapie intensive bisogna, purtroppo, evidenziare un incremento nella provincia di Trento (attuale 8%), in Molise e Sardegna a braccetto con il 7%, nel Lazio al 10% ed in Umbria con l’11%. I dati sopra evidenziati si riferiscono all’ultimo monitoraggio Agenas disponibile (datato 28 novembre). L’incidenza di nuovi positivi fa temere che nelle prossime settimane il quadro possa diventare sempre più preoccupante. Per questo motivo le autorità sanitarie consigliano di procedere con celerità nella campagna vaccinale anche in relazione alla somministrazione delle dosi booster.

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Marco Antonio Tringali

Coltivo da anni la passione per la scrittura e per i social network. La ricerca della verità, purchè animata da onestà intellettuale, è una delle mie sfide. Scrivo da diversi anni per importanti siti di informazione che mi danno l'opportunità di dare sfogo alla mia passione innata per il giornalismo.

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