L’inquinamento ha raggiunto il record: ecco l’impatto sui cambiamenti climatici
La notizia è di quelle che non possono fare a meno di preoccupare: secondo quanto si legge su “Scienza.fanpage.it“, infatti, l’inquinamento ha raggiunto un nuovo e pericolosissimo record e questo sta comportando delle conseguenze, portando i cambiamenti climatici ad avere un impatto distruttivo ed assolutamente irreversibile sulla vita che conduciamo sulla Terra. In questo scenario, inoltre, le speranze di poter modificare il nostro futuro rasentano lo zero.
Ci si sta avviando verso dei cambiamenti climatici definitivi
Secondo il nuovo report sui gas serra pubblicato dalla “World Meteorological Organization (WMO) e riportato da “Scienza.fanpage.it“, il trend rilevato negli ultimi anni non ha mai fatto registrare un cambio di tendenza. Tutto ciò, dunque, sta portando a dei cambiamenti climatici definitivi, con aumento del livello del mare, acidificazione degli oceani e condizioni climatiche sempre più estreme.
Inquinamento, un record che fa preoccupare
Se nel 2016 le concentrazioni di CO2 nell’aria erano di 400.1 ppm, nel 2017 sono saliti a 405.5 nel 2017. Secondo quanto riportato da “Scienza.fanpage.it“, inoltre, va evidenziato come oltre alle concentrazioni di C02, nell’aria che respiriamo ogni giorno possiamo trovare sempre più metano e ossido di diazoto che favoriscono la dispersione di CFC-11. In altre parole, dunque, dal 1990 ad oggi abbiamo addirittura aumentato del 41% il forzante radioattivo dei gas serra, peggiorando ulteriormente le nostre condizioni di vita.
Occorre realizzare un rapido taglio della Co2
Petteri Taalas, segretario generale della WMO – come si legge su “Scienza.fanpage.it” – ha spiegato come senza un rapido taglio della CO2 e di altri gas serra, i cambiamenti climatici potranno finire per avere un effetto sempre più distruttivo sulla terra, fino ad arrivare ad essere irreversibili. Inoltre, va sottolineato come per risalire all’ultima volta che la Terra si è trovata in una situazione del genere – con una simile concentrazione di Co2 – occorre tornare indietro nel tempo tra i 3 e i 5 milioni di anni fa, quando sul nostro pianeta si registrava una temperatura che era in media più calda di 2-3 gradi rispetto ad oggi ed il livello del mare era più alto di circa 10-20 metri.
Gli allarmi provenienti dalla scienza non sembrano generare conseguenze
L’avvertimento lanciato dalla WMO, secondo quanto si legge su “Scienze.fanpage.it“, è assolutamente in linea con le notizie allarmanti che sono state comunicate dall’IPCC Special Report sul riscaldamento globale: quest’ultimo aveva sottolineato il rischio di non riuscire a rientrare nei giusti paramenti se non limitando ad 1,5 gradi l’incremento delle temperature (rispetto al 2 stabilito dall’accordo di Parigi). Allo stato attuale, però, tutte queste comunicazioni allarmanti non sembrano modificare la tendenza generale ed il rischio concreto è quello di finire in balia dei cambiamenti climatici.
Laureato in Scienze Politiche e giornalista pubblicista, fin dai primi anni di liceo ho sempre coltivato la passione per la scrittura. Mi sono sempre occupato di scrivere notizie relative a tutto ciò che riguarda l'attualità. Esperto nel settore relativo alla salute e in quello scientifico-tecnologico, appassionato di cronaca meteo, geofisica e terremoti.